Momenti davvero intensi quelli vissuti dalla delegazione diocesana che ha preso parte al Giubileo dei catechisti culminato domenica nella Messa papale in piazza san Pietro. Toccante il passaggio dei 41 partecipanti provenienti da diverse parrocchie attraverso la Porta Santa della Misericordia nella basilica di san Pietro. Particolarmente significative le parole pronunciate davanti a migliaia di catechisti da papa Francesco che ha spronato e invitato i catechisti a perseverare nell’annuncio della morte e della resurrezione di Cristo. «Ogni contenuto della fede diventa bello se resta collegato a questo centro, se è attraversato dall’annuncio pasquale», ha sottolineato il Papa. «Il Signore – ha aggiunto Bergoglio – ci dia la grazia di essere rinnovati ogni giorno dalla gioia del primo annuncio: Gesù è morto e risorto, Gesù ci ama personalmente! Ci doni la forza di vivere e annunciare il comandamento dell’amore, superando la cecità dell’apparenza e le tristezze mondane. Ci renda sensibili ai poveri, che non sono un’appendice del Vangelo, ma una pagina centrale, sempre aperta davanti a tutti».
Parole importanti dunque quelle pronunciate dal Papa. Parole che sono risuonate in una piazza, quella di san Pietro, gremita di catechisti provenienti non solo dalle diocesi italiane, ma anche dall’estero. «C’è stata una conferma del comandamento dell’amore – spiega don Emanuele Mameli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano – che è essenziale per il cristiano e, in modo particolare, per il catechista. Con grande umiltà noi catechisti dobbiamo rileggere quanto detto dal Papa e, nelle nostre comunità, dobbiamo stringerci intorno ai temi toccati da Francesco».
Ai partecipanti dunque il compito di trattare da vicino il tema dell’annuncio e dell’amore per il prossimo. Parole, quelle del Papa, che devono essere quindi trasmesse a tutte le comunità parrocchiali. «Siamo tornati a casa – commenta Silvia Manunta, insegnante di religione e collaboratrice dell’Ufficio catechistico diocesano – con tanto entusiasmo e rinnovato impegno alla luce della partecipazione al Giubileo. Il Papa ci ha invitati a essere portavoce nelle nostre comunità del primo annuncio: Gesù è morto e risorto per noi».
Al Giubileo hanno preso parte catechisti provenienti da diverse parrocchie della diocesi, da Sanluri, a Cagliari passando per Serrenti, Villasor, Decimoputzu, Settimo San Pietro, Ussana, Quartu Sant’Elena, Selargius e Monserrato. E nelle loro parole traspare molta emozione. «Sono rimasta però molta colpita dal gran numero di partecipanti – spiega Carolina Piras, catechista nella parrocchia di san Biagio a Villasor – e mi ha portato a pensare come, a distanza di 2.000 anni, il messaggio di Gesù, oggi, è conosciuto in tutto il mondo, anche grazie ai tanti missionari che hanno fatto conoscere la sua Parola».
In piazza san Pietro numerosi anche gli insegnanti di religione che svolgono o hanno svolto anche il servizio come catechisti nella propria parrocchia. «Il senso di accoglienza – spiega Daniela Porcedda, docente alle scuole medie di Sestu, ed ex catechista della parrocchia di Ussana – ma anche di condivisione è qualcosa che accomuna i diversi ambiti. Ed è questo che dobbiamo testimoniare quando siamo a contatto con i ragazzi in ogni situazione».
Tra i partecipanti anche Angela Pusceddu Schirru, 86 anni, con oltre cinquant’anni di servizio catechistico nella parrocchia di Sanluri. «Ho annunciato Cristo – dice – non solo ai ragazzi, ma anche alle famiglie. In tutti questi anni il modo di parlare di Gesù è chiaramente cambiato, ma non il suo messaggio di amore e di bontà».
Un messaggio la cui trasmissione è ininterrotta da 2.000 anni.
Andrea Pala
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