Commemorare i cari scomparsi significa pregare perché incontrino Dio Padre, giudice misericordioso La preghiera per i defunti nel mese di novembre

pastorale«Gesù è morto ed è risorto; così anche quelli che sono morti in Gesù Dio li radunerà insieme con lui. E come tutti muoiono in Adamo, così tutti in Cristo riavranno la vita». (Ant. d’ingresso Commem. dei fedeli defunti).

Il mese di novembre, secondo tradizione, mantiene una particolare spiritualità legata alla preghiera per i fedeli defunti.

Il primo del mese si celebra la solennità di tutti i Santi: si tratta di una ricorrenza liturgica che offre alla Chiesa terrena l’occasione di ricordare ed entrare in comunione con la Chiesa celeste in cui risiede la schiera di coloro che hanno vissuto la loro fede in maniera esemplare. I santi, nella specificità della loro vocazione, si sono impegnati a vivere a immagine e somiglianza di Dio. In realtà, con il sacramento del battesimo, tutti sono chiamati a vivere la santità che si concretizza nel conformarsi all’immagine del Figlio di Dio, morto e risorto per l’umanità. Proprio per questo, celebrando la santità di questi uomini e donne di tutti i tempi, la Chiesa ne ricorda il giorno della rinascita in Cristo, la loro pasqua. Successivamente alla solennità di tutti i Santi, la liturgia invita ad avere un ricordo particolare per tutti i cari defunti. Si tratta di una celebrazione che non fa riferimento al dolore per la morte, ma offre a tutti i credenti di poter riflettere e celebrare, ancora una volta, il mistero pasquale che Cristo ha operato nella storia dell’umanità. La stessa antifona d’ingresso sopra riportata mette in evidenza il clima pasquale di tale celebrazione. Commemorare i fedeli defunti significa pregare per loro perché presto incontrino come giudice misericordioso Dio Padre, ma, allo stesso tempo, tale liturgia permette a ciascuno di accrescere la propria fede nella vita eterna promessa da Cristo. Questa preghiera arricchisce il cuore dei credenti perché li proietta alla promessa della vita eterna in cui tutti i battezzati hanno sperato. La preghiera, dunque, non è solo per i defunti, ma anche per tutti i credenti affinché la loro vita possa essere un morire in Cristo e, alla sua chiamata, risorgere in lui. In quest’anno giubilare la commemorazione dei fedeli defunti si arricchisce di una particolare intenzione legata all’ultima opera di misericordia spirituale: pregare Dio per i vivi e per i defunti. Si tratta dell’ultimo «esercizio» spirituale che l’anno della Misericordia ci invita a riscoprire. Ancora una volta, sullo sfondo di quest’opera spirituale, si riscopre la centralità dell’evento pasquale: pregare per i vivi permette di sentirsi parte del popolo dei redenti e richiama alla conversione costante del proprio cuore verso Cristo. La preghiera per i defunti, parallelamente, è di aiuto alle anime dei propri cari, ma ancora di più apre il proprio cuore a contemplare la visione celeste e la speranza del regno dei cieli che il Padre misericordioso riserva a tutti coloro che a lui rivolgono il proprio sguardo.

Si tratta di una preghiera che, se da una parte è rivolta verso gli altri, dall’altra è rivolta a se stessi per accrescere la propria fede nella speranza del mistero pasquale. Si contempla così la misericordia del Padre, giudice celeste, che libera l’uomo nuovo dalle antiche catene della morte per avvolgerlo della luce del Cristo risorto.

Davide Collu

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