Due secoli di silenzio e adorazione nel cuore della città La Madre Abadessa delle Sacramentine parla della vita nel monastero cagliaritano

due secoliL’Ordine delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, le cui religiose sono comunemente conosciute come Sacramentine, ricorda i 200 anni dall’approvazione definitiva della regola. Abbiamo incontrato la Madre Abadessa del monastero di Cagliari, prima casa dell’Ordine in Sardegna.

Madre Maria Speranza, il monastero di Cagliari si prepara a un importante anniversario. Ci racconta un po’ di storia del monastero e della Congregazione in terra sarda?

Il nostro Ordine in Sardegna nasce dal desiderio di una giovane di Sanluri che entrò nel monastero di Genova delle adoratrici perpetue prendendo il nome di suor Maria Modestina. Trasferita a Castellamare, partì nel 1949 per Cagliari dove avviò con tanti sacrifici e con tanta determinazione l’opera dell’adorazione perpetua. Le fu di valido aiuto l’arcivescovo Piovella, che tanto apprezzava gli ordini contemplativi. Da lui, infatti, ottenne il permesso di aprire il nuovo monastero. Il Signore premiò subito l’instancabile zelo di Madre Modestina suscitando numerose vocazioni: appena dopo un anno la comunità contava 17 postulanti. Gli inizi furono proprio come il piccolo seme di senape. Il locale a lei affidato era alquanto ristretto, ma con l’aiuto della Provvidenza il seme si moltiplicò, le monache ebbero ben presto un luogo più ampio dove poter vivere con vivo entusiasmo la loro donazione, adorando il Santissimo in spirito e verità.

Cosa significa che il vostro carisma è totalmente eucaristico?

Quando la nostra fondatrice era novizia nel monastero delle francescane ebbe una visione: un grande ostensorio con Gesù eucaristia adorato da angeli vestiti con una tonaca bianca e uno scapolare rosso. Il Signore desiderava un nuovo ordine monastico che si dedicasse interamente all’adorazione eucaristica per dargli tutto quell’amore che gli tolgono i peccatori e per riparare le tante offese che si commettono contro di lui. E anche per propagare nei fedeli il culto eucaristico invitandoli a partecipare all’adorazione e alla lode. L’adoratrice fa dell’eucaristia il centro della propria vita, così come l’eucaristia è fonte e culmine di tutta la vita della chiesa, testimonia la permanente particolare presenza del Signore sotto le sacre specie attraverso l’adorazione perpetua. In essa le monache si alternano in turni continui d’adorazione, di giorno con il Santissimo esposto e di notte chiuso nel tabernacolo.

Quale è la situazione del monastero di Cagliari?

Siamo 8 monache, tra anziane e giovani. Alcune giovani aspiranti si stanno avvicinando al nostro monastero. Sentire il profumo di nuove possibili vocazioni è sempre un dono di Dio. L’opera è sempre sua, noi ne siamo solo suoi amministratrici e quello che ci chiede è essere fedeli alla vocazione. È questa fedeltà che produce fecondità.

In che modo vivete e vi sostenete? C’è un modo per potervi aiutare nelle esigenze concrete della vita?

Viviamo di Provvidenza e del lavoro delle ostie. Le persone ci possono aiutare attraverso offerte o con l’acquisto delle ostie per la celebrazione eucaristica in via san Saturnino 63 a Cagliari.

Quali iniziative per festeggiare il bicentenario della approvazione definitiva del vostro Ordine? Avete un programma che coinvolga anche le altre chiese diocesane della Sardegna, oltre che quella cagliaritana?

Celebreremo tutto nella semplicità: domenica 22 luglio alle ore 18 l’arcivescovo Arrigo Miglio celebrerà la solenne eucaristia nel nostro monastero.

Se qualche ragazza volesse fare discernimento vocazionale o anche solo dedicare qualche giorno alla preghiera e alla riflessione, come potrebbe rivolgersi a voi?

Abbiamo riaperto la nostra foresteria per ragazze che volessero stare qualche giorno con noi e discernere sulla loro vocazione. Possono scrivere al nostro indirizzo mail adoratricicagliari@virgilio.it.

Michele Corona

Direttore – «L’Arborense» – diocesi di Oristano

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