In Seminario l’incontro conclusivo dell’Ufficio di Pastorale familiare
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo… a un mercante che va in cerca di perle preziose. Con queste immagini la Pastorale familiare diocesana ha concluso, sabato 10 giugno, il parabolico percorso annuale «Chi ha orecchie per intendere, intenda».
Parabolico non nell’accezione geometrica di una curva che sale e scende ma nel senso, costantemente ascendente, delle parabole con cui il Signore parla agli uomini di ogni tempo.
Come la folla seduta sulla spiaggia, ancora una volta abbiamo ascoltato del seminatore; della zizzania e del grano buono; del semino di senape e del lievito ed infine del tesoro e della perla preziosa.
In questo crescendo del racconto di un regno dei cieli simile a tante immagini del nostro mondo, ha risuonato l’ammonimento «Chi ha orecchie intenda!» e così, pur essendo abituati ad usare le orecchie per sentire, al più per ascoltare, le abbiamo utilizzate per capire.
Guidati dalla riflessione di don Emanuele Meconcelli, direttore dell’Ufficio di pastorale familiare, abbiamo inteso che trovare il regno è possibile purché si sia disposti a vendere tutto o a cercare la cosa più preziosa, tralasciando il resto.
Abbiamo inteso che il regno non è una conquista statica ma è una relazione in cui divino e umano si compenetrano dinamicamente; tenuta viva se il cuore è desto, asfittica se prende il sopravvento l’abitudine o la distrazione.
È un dono che mette in cammino, che chiede continuamente di essere vissuto e di essere scelto. Abbiamo inteso che il discernimento, la capacità di tagliare il superfluo e di scegliere in conseguenza, è la corsia preferenziale per trovare il tesoro e per riconoscerlo quotidianamente come tale.
Abbiamo inteso che il contadino trova il tesoro nel campo e il mercante la perla tra la mercanzia preziosa, perché il Signore ci incontra là dove siamo, nel nostro vissuto ordinario non in una eccezionalità irreale.
Così i coniugi trovano il tesoro, la perla, il regno nella famiglia e così il sacerdote nelle sfaccettature del suo ministero.
Non in una dimensione sconosciuta ma nella peculiarità delle nostre vite sperimentiamo l’incontro con il Signore e la bellezza di vivere già immersi nel regno.
Dopo l’ascolto della riflessione di don Emanuele, le coppie si sono ritrovate in piccoli gruppi per confrontarsi su quanto l’immagine del tesoro trovato e della perla preziosa rispondessero al loro vissuto familiare, alla vita di laici impegnati non solo nelle comunità ecclesiali ma nei più disparati contesti sociali.
I bambini e i ragazzi hanno riflettuto e si sono confrontati attraverso il gioco e le attività pensate per ogni fascia di età dall’equipe «Animatema di famiglia», un servizio volontario pensato dalla Pastorale familiare nazionale di cui la diocesi di Cagliari gode in tutti gli incontri della pastorale familiare e che consente alla famiglia nella sua interezza di vivere pienamente i percorsi e le iniziative proposte.
Arricchiti dalla condivisione di pensieri, di esperienze e di gioco abbiamo vissuto la Messa, celebrando la ricorrenza del Corpus Domini e ringraziando il Signore perché ci incontra nei contesti a noi noti; perché ha scelto di farsi presente attraverso l’alimento a noi più familiare; perché ogni volta si fa famiglia insieme a noi. Come ogni buona festa di famiglia, la serata si è conclusa nella condivisione di cibo, chiacchiere e tanta allegria.
Andreina Pintor
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