Poche settimane fa, papa Francesco ha pubblicato il documento preparatorio per il prossimo sinodo dei vescovi, in programma per il mese di ottobre 2018, e lo ha accompagnato con una lettera personale rivolta ai giovani. Il tema del documento, che sarà anche il tema del sinodo, suona «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» e il Papa nella sua lettera rivolge un forte invito ai giovani perché ritrovino l’audacia di Abramo: «Vi invito ad ascoltare la voce di Dio che risuona nei vostri cuori attraverso il soffio dello Spirito Santo». Vengono in mente le parole del profeta Gioele: «Effonderò il mio Spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie, i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (3,1).
È il sogno di un anziano pastore che invita tutti gli altri pastori a non smettere di sognare, per incoraggiare i giovani ad avere «visioni», a guardare avanti, più lontano, senza paura di fare progetti, lasciandosi guidare dallo Spirito di Dio. Papa Francesco parla a tutti i giovani, non solo a quelli che frequentano e sostengono la vita delle nostre comunità cristiane.
Come già san Giovanni Paolo II, anche Francesco dimostra grande fiducia nei giovani e nell’azione dello Spirito in loro, riconoscendo una grazia particolare riservata ai giovani. Essi sono i cercatori di una terra nuova, profondamente desiderata ma spesso ritenuta irraggiungibile. «Una società più giusta e fraterna, che voi desiderate profondamente e che voi volete costruire fino alle periferie del mondo».
Papa Francesco invita i giovani, con l’aiuto e l’accompagnamento degli adulti, a fare progetti coraggiosi, anzitutto a scoprire il progetto che il Signore ha in serbo per ciascuno di loro.La sfida è forte e provocante se guardiamo alla realtà giovanile della nostra terra. Il Papa ricorda i giovani che devono letteralmente fuggire dalla loro terra, per la guerra e per la miseria e anche noi non possiamo non guardare all’esercito di giovani diplomati o laureati che sono costretti ad emigrare, senza dimenticare l’alta percentuale di giovani che non hanno terminato neppure il percorso scolastico. Questa è la nostra povertà più pesante: lasciamoci dunque provocare dalla sfida che ci ha lanciato papa Francesco. Sentiamoci anche confortati da questo cammino che il Papa propone a tutta la Chiesa: noi, come diocesi, ci troviamo proprio a metà di un triennio dedicato ai giovani e l’invito del Papa ci aiuterà ad impegnarci ancor meglio.
Personalmente poi ho gioito vedendo che l’Introduzione al documento preparatorio si apre con la citazione di Giovanni 15,11: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Sono le parole di Gesù che mi vennero in mente con insistenza nelle prime notti insonni dopo la nomina a vescovo di Iglesias, pensando a un motto episcopale, chiedendomi di che cosa maggiormente ha bisogno l’uomo del nostro tempo, sia i «praticanti» sia tutti gli altri: bisogno di scoprire e di sperimentare che la Parola del Signore è fonte di gioia.
Continuiamo a sognare, aiutando specialmente i giovani a trovare la via della gioia.
Arrigo Miglio – Vescovo
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