Fratelli nella fede e nella comunione della Chiesa 

L’Arcivescovo ha incontrato la Comunità nigeriana presente in Sardegna

Fratelli nella fede e nella comunione della Chiesa.

Lunedì scorso, nella Sala Benedetto XVI del Seminario arcivescovile di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi ha incontrato la Comunità nigeriana presente in Sardegna.

L’incontro, organizzato dalla Caritas diocesana e dall’Ufficio diocesano Migrantes, ha visto un momento di conoscenza e ascolto, in cui la stessa Comunità, ringraziando l’Arcivescovo per la sua disponibilità, ha condiviso con lui le difficoltà vissute quotidianamente, da quelle relative all’orientamento formativo, all’inserimento lavorativo, all’apprendimento della lingua italiana fino ai problemi correlati alla ricerca di alloggi adeguati, alle questioni burocratiche e talvolta a una situazione di distanza ed esclusione sociale a causa di alcuni pregiudizi nei confronti della stessa. 

Inoltre, essa ha esposto alcune proposte per facilitare l’integrazione, la convivenza, un dialogo costruttivo e una partecipazione attiva nella realtà accogliente, tra cui la possibilità, almeno una volta al mese, di una celebrazione in lingua inglese in comunione con tutti i cristiani nigeriani. 

Grande attenzione è stata espressa da parte dell’arcivescovo alle esigenze della Comunità, che ha ascoltato le varie questioni presentate e ha auspicato la realizzazione di una reale inclusione e integrazione all’insegna di una vera cultura dell’incontro affinché gli immigrati nigeriani che «per noi cristiani sono fratelli (nella fede e nella comunione della Chiesa) possano esprimere la loro cultura e le loro radici nell’incontro fecondo con la cultura sarda e italiana, per una maggiore conoscenza reciproca, per una pratica dell’accoglienza più rispettosa e feconda».

In particolare, accogliendo il desiderio degli immigrati nigeriani di poter vivere un proprio momento di religiosità (che potrà essere sviluppato attraverso un percorso pastorale in un incontro successivo), l’Arcivescovo ha esortato gli stessi a impegnarsi nell’integrazione, anche grazie a un ruolo attivo delle nuove generazioni, auspicando che queste ultime possano condividere il più possibile esperienze di vita accanto a loro coetanei italiani. 

Maria Chiara Cugusi

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