Gesù stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»

III Domenica di Pasqua (Anno B)

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».

Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.

Ma egli disse loro:

«Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?

Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!

Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».

Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:

«Avete qui qualche cosa da mangiare?».

Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».

Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro:

«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

(Lc 24, 35-48)

Da questo numero sarà don Davide Meloni, Vice Rettore del College Sant’Efisio, a commentare il Vangelo.

Grazie a don Giovanni Ligas per il servizio reso in queste settimane.

Commento a cura di Davide Meloni

I due discepoli che hanno incontrato Gesù mentre andavano via da Gerusalemme sono tornati indietro e, col «cuore gli ardeva nel petto» raccontano agli altri discepoli il loro incontro col risorto. 

A questo punto viene detto che Gesù «stette in mezzo a loro».

Non si tratta di un semplice «apparire». Dire che Gesù sta in mezzo a loro pone l’accento sul fatto che si tratta di un uomo in carne e ossa, una persona pienamente presente.

È ciò che accade anche nella nostra vita: Cristo non appare ma c’è.

È realmente presente in mezzo a noi qui e ora, c’è in ogni circostanza della vita, anche in quella più oscura, anche quella in cui le porte della nostra esistenza sono sbarrate dalle nostre dalle nostre paure, dai nostri pregiudizi, dal nostro male.

A questo punto Gesù dice: «Pace a voi».

Gesù non augura la pace, ma dona la pace, proprio come aveva annunciato nell’ultima cena: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».

Pace è una parola che cattura la nostra attenzione. Cosa desideriamo più della pace, la pace vera, la pace del cuore?

La pace è qualcosa di più della semplice tranquillità.

Essa è possibile quando si riconosce che Cristo non solo c’è, ma è il Signore della nostra vita e del mondo intero.

È come se Cristo ci dicesse: «Ciò che vince nella vostra vita non è il male, la morte, il peccato ma sono io. Ciò che vince è la mia fedeltà, la mia misericordia. Pensa solo ad affidarti a me!».

Poi, ci dice il Vangelo, Gesù apre la loro mente alla comprensione delle Scritture, per far capire che ciò che gli è accaduto non è stato casuale. Doveva andare così.

Era necessario che Gesù si facesse carico di tutto il male del mondo, del peccato, della cattiveria dell’uomo, e la vincesse col suo amore, sconfiggendo così la morte sul suo stesse terreno.

In questo episodio ci viene anche detto che Gesù invia i suoi amici perché siano predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati.

Il peccato non è semplicemente la trasgressione di una legge, ma è la rottura della comunione con Dio e tra gli uomini.

Con Gesù il peccato è vinto non perché non ci sia più, ma perché con lui è presente nel mondo qualcosa di più grande e più forte del peccato.

Con Gesù ridiventa possibile un rapporto con Dio, perché Dio non è più visto come un Dio lontano, ma è il Dio che ha il volto di Gesù, l’amico dei peccatori, il buon pastore che è sempre pronto ad accoglierci e perdonarci.

E così, a partire dall’esperienza della sua misericordia, ridiventa possibile un’amicizia e un’unità tra gli uomini. 

Il Vangelo di questa domenica ci dice dunque quale è il messaggio che noi cristiani siamo chiamati a portare a tutti: Gesù c’è nella vita di ogni essere umano, è presente come colui che dona la pace, come colui che ha vinto la morte ed è il Signore della vita.

Se lo si accoglie e lo si segue si fa esperienza di una profonda amicizia con Dio e di una possibilità di comunione profonda con gli altri uomini.

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