Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?».
Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui.
Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Commento a cura di Luca Fuso
Con la festa del Battesimo del Signore si conclude il tempo liturgico del Natale e inizia il Tempo Ordinario.
Il luogo del battesimo di Gesù è da ritenersi presso le sorgenti più basse del Giordano, ad est di Gerico, il punto più basso della terra emersa, centinaia di metri sotto il livello del mare.
La geografia terrestre è segno della geografia dell’anima: Gesù si spinge sino alle regioni più infime, remote e oscure dello spirito umano.
Ogni nostra scelta obbedisce a questa stessa dinamica di passaggio dalla morte alla vita, a questo movimento di discesa nel profondo delle acque per riemergere in modo nuovo alla vita. Scendendo nelle acque Gesù afferma davanti ad un Battista riluttante a battezzarlo, che quello che sta compiendo è per la giustizia.
Ma che cos’è la giustizia? Quella umana è dare a ciascuno il suo, cioè premiare il giusto e punire l’empio.
Ma la giustizia di Dio è diversa: è santificare il peccatore, salvare il colpevole.
Gesù, l’innocente, dovrebbe essere il giudice e invece si mette dalla parte del reo, facendo la fila con i peccatori: nella logica del mistero dell’Incarnazione che abbiamo celebrato da poco, Gesù scende al livello di coloro che erano chiamati alla conversione.
Quando stiamo di fronte a Dio pensiamo di essere davanti a uno che sentenzia su ciò che devi e non devi fare, la sorpresa è scoprire invece che siamo di fronte a qualcuno che è disposto a prendere la nostra miseria e a morire al posto nostro sulla croce.
Gesù scende nelle stesse acque dove sono passati gli uomini con i loro peccati.
Gesù è l’immagine di un Dio che non si tiene a distanza, ma si coinvolge nelle sofferenze della gente.
A conti fatti forse sarebbe stato più conveniente riconoscere in Giovanni il Battista il Messia tanto atteso, perché almeno chiedeva qualcosa da fare, una penitenza, uno sforzo. Gesù invece si presenta come la misericordia totalmente gratuita del Padre. Rovescia la nostra logica e ci chiede di fare altrettanto.
Ma come facciamo a credere a questo? Noi siamo diffidenti verso l’azione di Dio perché ci vergogniamo di ricevere qualcosa gratuitamente.
Preferiamo guadagnarcela, meritarla. Per questo rimaniamo spesso bloccati, perché non vogliamo essere salvati dalla nostra presunta autosufficienza.
Gesù è l’unico che può venire a prenderci e ha il potere di portarci fuori dalla tomba della nostra superbia.
Purtroppo il nostro orgoglio è capace di farci credere di essere come Dio, capaci di salvarci e salvare gli altri.
Anche l’apostolo Pietro era caduto nell’inganno, e noi non siamo poi così diversi dal lui: anche noi vorremmo «impedire» a Gesù di amarci così come siamo.
Lui ci chiede di lasciarlo scendere nel punto più basso della nostra esistenza per farne il più alto: per questo salirà sulla Croce che, piantata nella profondità della terra, si eleva sino alle altezze celesti.
Matteo narra che Gesù appena uscito dall’acqua è investito dalla potenza dello Spirito ed ode una voce che proclama: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Gesù ha accettato di immergersi in tutte quelle acque di morte che rendono drammatica la vita di ogni uomo. Spirito e Parola che prorompono dai cieli squarciati sono come una conferma di questa scelta del Figlio, confermata dal Padre: il Padre accoglie l’offerta del Figlio, lo invia, lo investe della missione di salvezza.
Lo Spirito, come al suo aleggiare all’inizio della creazione, attesta che Gesù è il Messia annunciato da tutta la Sacra Scrittura, è il compimento delle promesse.
Mi scandalizzerò della scelta di Gesù? O mi lascerò salvare come Lui desidera?
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