Misericordiando! È questo lo slogan del prossimo evento giubilare della diocesi dedicato ai ragazzi delle scuole medie che frequentano il catechismo e si preparano a ricevere il sacramento della Cresima. La data scelta è una ricorrenza sempre celebrata nella nostra città: 30 ottobre, festa di san Saturnino martire e patrono di Cagliari.
L’immagine della chiamata di Levi da parte di Gesù ed evocata dal motto papale: «Miserando atque eligendo», il tema giubilare della Misericordia, illuminato dal magistero di Papa Francesco e la figura del giovane santo patrono saranno i punti forti che guideranno l’animazione, la riflessione e la preghiera dei ragazzi per il loro giubileo. Più volte papa Francesco ha raccontato che la sua vocazione è legata al giorno in cui si festeggia san Matteo apostolo. La scena raccontata dal Vangelo ci presenta Gesù che chiama con uno sguardo di particolare amore e predilezione il giovane Levi seduto al banco delle imposte. È questo sguardo di Gesù ad aver «rapito» papa Francesco. Lui stesso si presenta come: «Un peccatore al quale il Signore ha guardato, sono uno ─ dice il Papa ─ che è guardato dal Signore, questo sono io: un peccatore al quale il Signore ha rivolto i suoi occhi». Per questo motivo ha sempre sentito suo il versetto della chiamata di Matteo che in latino recita «Miserando atque eligendo» tanto da sceglierlo come suo motto episcopale. Il Papa traduce il gerundio miserando con un altro gerundio che non esiste: misericordiando. Nella sua prima intervista da pontefice rilasciata a «La Civiltà Cattolica» il 19 settembre del 2013 descrive la sua esperienza di misericordia con una profonda certezza: «Dio è nella vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno. Anche se la vita di una persona è stata un disastro, se è distrutta dai vizi, dalla droga o da qualunque altra cosa, Dio è nella sua vita. Lo si può e lo si deve cercare in ogni vita umana. Anche se la vita di una persona è un terreno pieno di spine ed erbacce, c’è sempre uno spazio in cui il seme buono può crescere. Bisogna fidarsi di Dio».
Il Giubileo dei ragazzi darà la possibilità di riscoprire non tanto gli sguardi e i gesti di misericordia che tutti siamo chiamati a vivere nella nostra vita ma ci impegnerà a riconoscere lo sguardo di Dio sulla nostra vita e le dolci cure che ci rendono capaci di amare come Lui. Per quanto riguarda l’organizzazione logistica dell’evento possiamo iniziare a comunicare che i sacerdoti e i catechisti che vorranno partecipare con i loro ragazzi al giubileo del 30 ottobre dovranno scaricare la scheda di adesione che sarà presto disponibile sul sito della diocesi. L’iscrizione dovrà essere consegnata all’ufficio di pastorale giovanile entro sabato 15 ottobre.
Il giubileo inizierà nel primo pomeriggio e le diverse attività saranno curate dalla Pastorale giovanile, dall’Ufficio missionario, dalla Pastorale vocazionale con la regia dell’Ufficio catechistico diocesano. Ogni gruppo parrocchiale dovrà suddividersi per classe: prima media, seconda media e terza media. Il sottogruppo dovrà recarsi in un diverso punto di accoglienza, dove, insieme agli altri ragazzi della stessa età, potranno partecipare alle attività di animazione e catechesi iniziale. I ragazzi di prima media saranno accolti presso l’istituto salesiano di viale Fra Ignazio, quelli di seconda media presso la casa dei Gesuiti di via Ospedale, mentre i più grandi, quelli delle terze medie, presso l’oratorio di sant’Eulalia alla Marina. Concluse le attività iniziali, i ragazzi si dirigeranno, accompagnati dai loro catechisti ed educatori, verso la Cattedrale. Giunti in piazza Indipendenza verranno invitati a percorre un piccolo percorso che preparerà, con canti e preghiere, il passaggio attraverso la Porta Santa. Entrati in chiesa ci saranno le prove di canto e la preparazione alla Messa, presieduta dal Vescovo. Prepariamoci dunque a questo grande evento facendo nostro l’invito che, fin da subito, papa Francesco ha rivolto alla Chiesa intera: «Lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci da tempo, abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei sacramenti. Sentiremo la sua tenerezza, tanto bella, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore».
Alberto Pistolesi
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