Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Commento a cura di Luca Fuso
Al ridosso della celebrazione del Natale siamo chiamati a distogliere lo sguardo dal Battista per mettere a fuoco la figura di Giuseppe, come per raccontare la nascita di Gesù dal punto di vista dell’uomo di Nazareth.
Dio parla a Giuseppe nel sogno. È questo un elemento tipico dell’esperienza dello sposo di Maria: gli eventi principali della sua vita accadono mentre dorme, nel sogno.
I sogni sono i luoghi in cui custodiamo i nostri desideri più profondi, lo spazio in cui incontriamo quello che non riusciamo a esprimere, le stanze in cui chiudiamo quello che a volte non osiamo neppure sperare.
La Bibbia ci ha insegnato che il sogno è il luogo dove Dio ci incontra nella nostra nudità e povertà, così come siamo. Nell’Antico testamento sogna Giacobbe e si accorge che non è abbandonato e smarrito come pensava.
Sogna il patriarca Giuseppe: i suoi sogni gli procureranno l’odio dei fratelli, e l’interpretazione dei sogni del faraone gli permetteranno di salvare la propria famiglia. Sogna Paolo un Macedone, che stravolge i suoi piani di viaggio: fu da quel sogno che cominciò l’evangelizzazione dell’Europa.
Per tornare al nostro Giuseppe notiamo che, prima di essere raggiunto da Dio nel sogno, assume di fronte alla maternità inaspettata di Maria un atteggiamento dettato dalla riflessione, dalla ricerca: «Mentre stava considerando queste cose» (v. 20).
Giuseppe da una parte ragiona, si interroga; dall’altra dorme e sogna. Per Matteo queste dinamiche, che sembrerebbero escludersi a vicenda, vanno tenute insieme.
Occorre usare tutte le nostre facoltà umane e nello stesso tempo rimanere aperti per poter accogliere una Parola che ci sorprende dall’alto.
È quel che accade a Giuseppe.
Non si tratta, come in un film di Harry Potter, di «affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile».
In genere è semplice scegliere tra il bene e il male. Giuseppe è chiamato a scegliere tra il bene e la volontà di Dio: non sempre una cosa che è buona in sé è automaticamente volontà di Dio.
Di fronte alla situazione che si era venuta a creare era certamente un bene «ripudiare in segreto Maria» piuttosto che «accusarla pubblicamente» esponendola così alla lapidazione.
L’angelo gli propone una terza via: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo». In tutto il racconto di quella che gli studiosi chiamano l’annunciazione di Giuseppe, lo sposo di Maria non proferisce nessuna parola.
E questa è una grande indicazione per il nostro cammino spirituale: è il silenzio il terreno fecondo in cui la Parola può germogliare ed in cui matura ogni vera vocazione.
La rassicurazione dell’angelo non ha lo scopo di convincere Giuseppe sull’onestà di Maria, ma ad accogliere su di lui la missione che Dio gli vuole assegnarli: dare un nome al figlio della Vergine e, con il nome, la paternità legale, inserendolo così nella discendenza davidica.
Giuseppe non dubita di Maria, ma intuendo che il Signore sta compiendo in lei qualcosa di straordinario, teme di intralciare il piano di Dio e per questo desidera farsi da parte.
Quanto sono disposto a passare dai miei sogni di grandezza alla grandezza del sogno di Dio?
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