Gli istituti paritari uniti: «Vogliamo fare scuola!» A settembre il 40 per cento potrebbe non aprire

Navigano in cattive acque le scuole paritarie della Sardegna.

Nei giorni scorsi un riunione online ha stabilito un percorso unitario per arrivare compatti alle richieste da formulare alla Regione.

«Come scuole paritarie – ha detto ai microfoni di Radio Kalaritana don Michelangelo Dessì, direttore dell’Istituto salesiano di Cagliari e referente diocesano per le scuola paritarie – abbiamo fatto la scelta di incontrarci. Era da tanto che le scuole paritarie della Sardegna non si confrontavano apertamente. L’occasione dell’emergenza è stata proprio la spinta per raccontarci come l’abbiamo affrontata, quali sono le difficoltà che stiamo incontrando, la possibilità di mettere in condivisione le risorse, i progetti e le idee».

«Certamente – continua – questo è unito a due aspetti: da una parte la preoccupazione, soprattutto di poter rimanere come servizio educativo e di istruzione a vantaggio dei tanti giovani che frequentano le scuole pubbliche paritarie presenti nel nostro territorio e, dall’altra, lo sguardo rivolto al futuro. È necessario comprendere come questa pluralità di educazione e questa pluralità culturale rimangano davvero un’occasione concreta di esercizio, di libertà e di scelte educative per i genitori e per le famiglie».

L’hashtag «Vogliamo Fare Scuola» si rivela una campagna importante?

È una campagna lanciata dalle scuole cattoliche a livello nazionale che trasmette una cosa profonda. Vi è il desiderio di tornare ad incontrare nella piattaforma educativa e scolastica, in presenza, i nostri ragazzi.

La scuola che tornerà a settembre non sarà quella che abbiamo lasciato ai primi di marzo, o per alcune regioni, già da metà febbraio. Una scuola che va ripensata in prospettiva, che profuma di futuro, mettendo insieme le nuove tecnologie, ma anche le menti intelligenti per ripensarla in un modo nuovo e bello. La nostra sarà una proposta per la scuola in sé, non solo rivolta alla scuola paritaria. Ci vuole il cuore e l’intelligenza di tutti quelli che tengono al servizio educativo.

Mettendo insieme più cuori potremo pensare al meglio per i nostri ragazzi.

L’emergenza non dovrà diventare fatica o macigno da portarsi dietro, ma occasione di riavvicinamento globale e totale della didattica, della scuola e dei servizi educativi. È bello pensare alle scuole come appartenenti all’unico sistema italiano, fatto sia di scuole pubbliche statali sia di scuole pubbliche paritarie, anche se qualcuno, a volte, sembra dimenticarlo

Giovanna Benedetta Puggioni

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