Il Messaggio del Santo Padre, in occasione della XXVII Giornata mondiale del Malato, trae ispirazione dal passo del Vangelo di Matteo «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Si tratta di un invito che la Chiesa non può non fare suo: siamo chiamati a chinarci sulle ferite dell’umanità.
La Chiesa deve annunciare il Vangelo, formare alla luce della Parola le persone ma allo stesso tempo deve concretizzare questo annuncio nell’amore al fratello, specie se vive la fragilità della malattia.
Un testo, quello di Francesco, ricco di riflessioni, nel quale ci indica una figura: quella di santa Madre Teresa di Calcutta, icona di gratuità e di servizio ai fratelli.
Non una figura lontana ma attuale: una donna che ha lasciato tutto, ha cambiato completamente vita per donarsi ai più poveri, gli ultimi, quelli che vivevano per strada, abbandonati dal mondo.
«Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini […] della povertà creata da loro stessi», ha scritto Francesco nell’omelia del 4 settembre, giorno della canonizzazione.
La Chiesa così ripropone la sua testimonianza nella Giornata mondiale del Malato e sarebbe importante che anche nelle comunità si tenesse presente il contenuto e le indicazioni che scaturiscono dal testo che ci ha donato il Papa.
Sarebbe importante se almeno una parte di questo messaggio venisse proclamato durante la celebrazione.
È necessario richiamare le comunità all’impegno nel servizio al mondo della sofferenza, che non può ridursi alla sola visita in occasione della distribuzione della Eucarestia il venerdì. Tanto più alla luce dei cambiamenti del sistema sanitario, nel quale è sempre più dominante il trasferimento delle cure sul territorio, con sempre meno presenza in ospedale dei malati, seguiti invece in casa o in strutture lontane dagli nosocomi.
Un ritorno sul territorio che deve essere declinato con una maggiore accoglienza e condivisione nelle comunità, nelle parrocchie. In queste nostre piccole Chiese si portano avanti gli impegni della catechesi, fondamentali nella crescita spirituali di bambini, ragazzi, adulti e dei futuri sposi: per questi ultimi sarebbe importante inserire elementi di pastorale della salute, perché il mondo della fragilità sarà comunque parte della vita delle famiglie che andranno a formarsi, per avere un atteggiamento di gratuità, proprio come indica il tema del Messaggio.
Uno degli elementi più importanti e, anche più piacevoli, di questo Messaggio del Santo Padre, è la sensibilità che Francesco mostra verso il mondo della sofferenza.
Non un Pontificato incentrato solo sul magistero teorico ma pratico, con indicazioni concrete e grande sensibilità verso le istanze di tutti.
«Vi esorto tutti – – scrive il Papa – a vari livelli, a promuovere la cultura della gratuità e del dono, indispensabile per superare la cultura del profitto e dello scarto».
L’esortazione del Pontefice deve essere messa al centro della XXVII Giornata mondiale del Malato.
Per meglio prepararci abbiamo previsto tre incontri di preghiera: un modo appropriato per arrivare alla celebrazione de l’11 febbraio, preparati e consci della necessità di essere un dono al servizio del mondo della sofferenza e della fragilità.
Giuseppe Carrucciu – Direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute
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