I giovani hanno voglia di mettersi in gioco

Gli studenti del College Sant’Efisio in ritiro d’Avvento a Solanas

Il 3 e il 4 dicembre si è tenuto il ritiro d’Avvento per i ragazzi del College Sant’Efisio a Solanas.

Trentasette collegiali hanno deciso di mettersi in gioco e prendersi del tempo per riflettere… sul tempo.

Il tema del ritiro era proprio quello della concezione che abbiamo del nostro tempo, di come lo sfruttiamo, se ne siamo padroni o se al contrario ci facciamo travolgere dallo scorrere delle lancette. 

I giovani hanno voglia di mettersi in gioco.

I greci rappresentavano il tempo (chronos) con un cerchio, per indicarne l’eternità e la ripetitività, il ritornare inesorabile di ogni ora, di ogni giorno, di ogni anno. Questa interpretazione ha trovato terreno fertile nella filosofia e nella letteratura: Nietzsche, Schopenauer, Leopardi, parlano della vita come di una clessidra, di un inganno, di una parentesi infelice destinata a perire.

Esiste invece un’altra concezione, figlia del mondo ebraico, nella quale il tempo è lineare, con un inizio, un susseguirsi di eventi lungo una direzione e una fine, o meglio, un fine: infatti ciò che consente di uscire dal circolo vizioso del tempo ripetitivo e incontrollabile è proprio guardare la propria vita in vista di una meta, di un compimento: il tempo diventa Storia, la nostra storia. 

Tutte le volte che scegliamo di spendere il nostro tempo per un fine, per un compimento, usciamo dalla ciclicità inafferrabile di un tempo che scorre e che ritorna, sempre uguale a se stesso. 

I giovani hanno voglia di mettersi in gioco.

È straordinario pensare che ciò dipende da noi; ognuno può scegliere come vivere il proprio presente: se proiettando in esso i rimpianti del passato o le aspettative del domani o se cogliendo l’oggi come un tempo opportuno (kairos), un tempo per vivere ciò che ognuno è chiamato a vivere, un tempo per raggiungere la propria meta; in questo modo il presente può essere uno squarcio di eternità, che riesce a fermare quel tempo ciclico e inesorabile.

Come ci suggerisce Alessandro d’Avenia, «il quotidiano nella sua ripetitività cronologica ha bisogno di essere salvato da “eventi” che lo rendono reale». 

La nostra vita rischia di essere banale, ripetitiva, scandita dalla routine monotona, dai lunedì che dopo ogni fine settimana ritornano minacciosi, se non riusciamo a vivere il presente come un evento «eterno», che crea una fessura nello scorrere del tempo.

E proprio in questa prospettiva abbiamo provato a vivere questi due giorni con un’intensità ed un’energia tutta nuova, riscoprendo la bellezza della condivisione: i lavori di gruppo proposti hanno svelato un desiderio di confrontarsi, di donare pezzi della propria storia agli altri, sentendoci parte della nostra grande comunità.

I giovani hanno voglia di mettersi in gioco.

Non sono mancate inoltre le occasioni di svago: balli, giochi, gare in spiaggia hanno animato queste giornate e le hanno rese «evento» capace di spezzare la monotonia del tempo. 

Siamo tornati al College pronti a condividere la gioia sperimentata e a sfruttare l’unico tempo che abbiamo tra le mani: il presente. 

Elena Lao

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