Il Teatro Lirico riapre al pubblico con Donizetti

Riprendono gli spettacoli in presenza al Teatro Lirico di Cagliari

Il Teatro Lirico di Cagliari è pronto a ritornare agli spettacoli dal vivo.

La notizia è di quelle festose, ma il clima che si respira nella Fondazione è di compostezza e prudenza: saranno, ancora una volta, l’andamento dei contagi e il passaggio della Sardegna alla zona gialla, agognata ma non scontata, a riammettere il pubblico in carne e ossa nella platea del principale teatro del capoluogo.

In buona parte della Penisola i battenti si erano riaperti già il 26 aprile, mentre la Sardegna vedeva prolungarsi le misure restrittive per la locale situazione sanitaria.

Ora, forse, viene anche il turno dell’Isola: nella conferenza stampa di mercoledì, Sindaco e Sovraintendente lo annunciano plaudenti, ma invitano alla prudenza, tanto che non è ben chiaro che cosa accadrà in via Sant’Alenixedda dopo il mese di maggio.

Per ora, è certo che il ritorno alla normalità sarà segnato dall’appuntamento unico del Don Pasquale di Gaetano Donizetti, lunedì 17 maggio alle 18:30. Una riapertura all’insegna del sorriso, sia per la natura dell’opera (una delle ultime opere buffe composte nel corso dell’Ottocento) sia per la firma della regia, che aggiunge all’attesa una nota di curiosità: Antonio Albanese, al suo debutto a Cagliari.

La lunga carriera televisiva e cinematografica lo ha consacrato apprezzatissimo comico agli occhi del grande pubblico, ma del suo curriculum fanno parte poliedriche esperienze dal teatro classico a quello contemporaneo, fino alla recente avventura nella regia lirica.

Da qui viene il Don Pasquale di Cagliari, allestimento nato per la stagione 2013 della Fondazione Arena di Verona, ora destinato a colmare il vuoto del palcoscenico cagliaritano, che non vede il dramma di Donizetti dal 2002.

«Non ci sarà trasgressione del Classico», promette Albanese, ma sui dettagli non si sbottona: l’allestimento non derogherà all’imperante tendenza modernizzatrice del mondo lirico, mantenendosi quanto più fedele all’ambientazione primo-ottocentesca della vicenda, ma non sono escluse minime penetrazioni dei giorni nostri.

D’altronde, l’ispirazione gli è venuta da un vivace produttore di vino toscano, che gli ha confermato il legame tra lirica e natura.

«Per la vera contemporaneità – dice – ci aspettiamo nuove opere liriche»; per questa, invece, ci sarà una cantina vinicola, trasferita per l’occasione da Roma a Verona.

Sul palco si muoveranno Francesco Ommassini, debuttante a Cagliari nel 2016 per La pietra del paragone di Rossini, la cui bacchetta promette un’esecuzione briosa attenta al dettato del compositore bergamasco, e un cast di cantanti giovani e affermati, in buona parte aficionados del Teatro cagliaritano: Paolo Bordogna (Don Pasquale), Vincenzo Taormina (Dottor Malatesta), Marco Ciaponi (Ernesto), Lavinia Bini (Norina), Alessandro Abis (un notaro).

Il Don Pasquale in presenza arriva dopo una lunga sequela di attività in streaming che hanno permesso al Teatro di continuare la propria missione culturale dopo le cancellazioni del 2020: le dirette televisive hanno raggiunto circa un milione di spettatori con pagine di Beethoven, Mozart, Prokof’ev, Britten, Bizet, Strauss, Rachmaninov, una Traviata, seppur in forma di concerto, e una Madama Butterfly, che hanno ripagato il lavoro costante di tutta la Fondazione, l’unica – s’inorgoglisce il Sindaco Truzzu – a non essersi mai fermata in Italia, se non per quindici giorni. Si sente, però, la mancanza di una piattaforma di streaming direttamente gestita dal Teatro, che ancora cerca una data per la messa in onda dell’Amico Fritz. «Ci stiamo lavorando», dice il Sovraintendente Colabianchi, «ci vogliono tempo e risorse, ma nel futuro il digitale sarà tenuto nel debito conto».

Lavori in corso anche per il programma estivo.

Dopo l’appuntamento di lunedì prossimo, la stagione primaverile giungerà a una rapida conclusione il 22 maggio col concerto sinfonico-corale di Nicolas Altstaedt, al suo debutto a Cagliari come direttore e violoncello solista, con musiche di Haydn e Mozart, di nuovo in unica serata.

Poi, si progetta di traslocare in piazza Nazzari dal 16 giugno con una ministagione operistica di due titoli e un cartellone concertistico di cui non è ancora dato di conoscere il numero degli appuntamenti.

«La situazione attuale impone costanti valutazioni col Consiglio di Indirizzo», si giustifica Colabianchi, ma i contenuti ci sono e saranno rivelati in una conferenza stampa di prossima convocazione.

Per ora, dunque, il pubblico si accontenterà di rientrare in una cavea che, in ossequio alla vigente normativa, taglia drasticamente i posti a un massimo di quattrocento, ancor meno rispetto alle cinquecento unità che si vociferavano nei giorni scorsi.

La platea è off-limits: luci, audio, podi dei musicisti e plexiglas tolgono spazio a ben nove file di sedute e pregiudicano gravemente visuale e ascolto, che saranno apprezzabili esclusivamente dalle due logge.

Insomma, il Teatro Lirico di Cagliari celebra il proprio ritorno alla normalità, sì, ma in punta di piedi.

Alessio Faedda

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