Incontri sinodali vissuti all’insegna della gioia

Circa 100 le sintesi pervenute alla Commissione diocesana

Questa prima fase del Cammino sinodale ha visto la diocesi di Cagliari partecipare con entusiasmo agli incontri sinodali che si sono tenuti in tutto il territorio diocesano.

Frutto di questi incontri sono state le circa 100 sintesi pervenute alla Commissione sinodale diocesana a fine marzo.

Più della metà riguardano le parrocchie (53), poi i ministri ordinati (14), gli uffici diocesani (12), le comunità, movimenti, associazioni (12), le istituzioni diocesane (3), la vita consacrata (1), gli ospedali (1), il carcere (1), le foranie (1), gruppi di parrocchie (1).

L’elemento più importante che emerge leggendo le sintesi è la gioia dell’incontro: il desiderio di ritrovarsi insieme, di sentirsi parte di una famiglia, il sentirsi responsabili gli uni degli altri, ma anche la necessità di accogliere e di essere accolti, di ascoltare e di essere ascoltati.

L’ascolto, punto di partenza di ogni incontro sinodale, è stato indicato anche come obiettivo da raggiungere.

Particolare attenzione è stata rivolta alla famiglia, ai giovani e ai ragazzi, ai poveri, ai profughi e ai rifugiati

Per quanto riguarda la famiglia, quello che emerge è che non è più la prima responsabile dell’evangelizzazione dei bambini e dei ragazzi, ma spesso l’educazione religiosa viene delegata ai catechisti.

Molto spesso dopo la partecipazione agli incontri di preparazione al matrimonio, la famiglia è quasi assente nella vita della comunità parrocchiale.

In più sintesi è presente la richiesta di catechesi per i genitori per pregare e meditare la Parola.

Incontri sinodali.

Per i giovani e i ragazzi quello che si evidenzia è la loro quasi assenza nelle comunità parrocchiali, fatta eccezione per quelli presenti nei movimenti.

Varie le cause individuate: il rapido cambiamento culturale, il distacco tra ciò che viene detto in Chiesa e la vita reale o anche il distacco tra gli effettivi interessi e le preoccupazioni rispetto all’insegnamento delle omelie e della catechesi, la mancanza di relazioni tra le diverse generazioni.

Vengono anche sottolineati aspetti positivi: movimenti, oratori, gruppi giovanili, con il desiderio di essere maggiormente ascoltati e coinvolti nella vita comunitaria.

Per quanto riguarda i poveri, i profughi, rifugiati nelle sintesi emerge l’inadeguatezza del modello assistenziale adottato anche a causa dell’età ormai avanzata dei componenti dei gruppi che si occupano dell’assistenza.

Tra le iniziative emergono: la richiesta di apertura di centri d’ascolto parrocchiali, iniziative spontanee di accoglienza, proposte per avviare corsi di lingua italiana per stranieri che necessitano di un percorso di apprendimento personalizzato.

Un’altra necessità urgente che è emersa è quella della formazione del clero e dei laici.

Per quanto riguarda il clero, presbiteri e diaconi, gli ambiti indicati sono quelli umano, biblico e dottrinale.

Mentre per i laici è emersa una richiesta di formazione fondata sull’ascolto della Parola di Dio attraverso percorsi biblici, incontri parrocchiali, ritiri, preparazione ai sacramenti…

È stato affrontato anche il tema del «celebrare»: da più parti si riscontra il desiderio di una celebrazione più autentica della liturgia.

Si riscontra anche che la Messa domenicale è partecipata – per un buon numero – per adempiere ad un precetto, per tradizione o per abitudine.

L’evento sinodale è stato accolto con fiducia, considerato come l’occasione ispirata dallo Spirito Santo per promuovere una vera vita di comunione.

Denise Scano

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico