A Bonaria per implorare il dono della pace

Lunedì 22 aprile avvio dell’Ottavario per le celebrazioni delle festa della Madonna

A Bonaria per implorare il dono della pace.

Quest’anno nella solennità  di Nostra Signora di Bonaria (24 aprile) si pregherà per la pace e un pensiero speciale per le vittime del mare, 2571 uomini, donne e bambini che nel 2023 hanno perso la vita lunga la rotta del Mediterraneo centrale tra  Libia, Tunisia, Malta e Italia.

I venti di guerra che soffiano, più o meno gravemente da più parti, hanno condizionato la scelta del tema motivo ispiratore delle celebrazioni mariane dei prossimi giorni. 

Padre Eugenio Caramia, parroco e rettore del Santuario, per la prima volta dirige i festeggiamenti che ricordano l’incoronazione della Madonna – il 24   aprile 1870, a opera del delegato pontificio, monsignor Giovanni Iacovacci, vescovo d’Eritrea –  con due corone d’oro, con la spesa sostenuta dal cardinale,  don Luigi Amat di san Filippo.

«Per la programmazione  dei festeggiamenti mi sono affidato – dice padre Eugenio – ai consigli e all’esperienza dei confratelli che da molti  anni, forse da decenni,  tengono la regia  di un grande evento che ha ripercussioni a livello addirittura regionale». 

L’ottavario di N. S. di Bonaria, particolarmente intenso, inizierà  il 22 aprile e si concluderà martedì 30 aprile. Dai vespri del 23 al tramonto del 24 aprile si potrà ottenere il dono dell’indulgenza plenaria. Nel giorno della solennità  tre appuntamenti importanti.

Alle 10 la Messa presieduta da padre Efisio Schirru, Ministro provinciale  dei Mercedari per l’Italia, l’Europa, l’Asia e una parte dell’America del Nord.

Alle  11.30  altra celebrazione  eucaristica presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Baturi,  che guiderà anche la «supplica» alla Madonna.

Nel pomeriggio, alle 17,30, la Messa officiata dal cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico di Iglesias, con un ricordo speciale dei fratelli immigrati scomparsi nel Mediterraneo.

«L’iniziativa – dice padre Eugenio – viene realizzata in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio».

Padre Caramia arriva sul colle di Bonaria per la terza volta nella sua vita da sacerdote mercedario.

«La prima volta nel 2003, per soli sei mesi, perché  – dice – fui quasi subito inviato in India. Tornai  nel 2006 e rimasi  a Cagliari per  tre anni. Un altro breve periodo tra il 2015 e il 2016». 

«A distanza di quasi 8 anni – ricorda  il parroco di N. S. di Bonaria – ho notato che il livello  di fede e devozione  verso la nostra Patrona è rimasto immutato». 

«Anche se  in controluce si vede una certa preoccupazione dei fedeli  verso   il futuro: il timore  di qualche altra epidemia,  i possibili drammatici  sviluppi delle guerre in Ucraina e Palestina, con le ricadute  che potrebbero aversi nei singoli paesi europei».

L’incontro del 24 aprile – dopo il primo viaggio papale in Sardegna che in una giornata particolarmente partecipata (oltre 100  mila sardi  davanti al sagrato di Bonaria) vide papa Paolo VI entrare nel cuore  dei problemi e delle risorse  culturali e religiose dei sardi – concentra in sé una serie di contenuti che  padre Eugenio   presenta  così: «Il contributo mariano che arriva con questa festa – dice – è un richiamo forte alla fraternità. Un invito a mettere in campo il bene per educare alla pace».

« Molte anche sono le richieste  delle nostre genti sarde, che passano nel nostro santuario, di una pace duratura, anche nelle famiglie: la pace in famiglia è una preghiera molto diffusa che risponde  alle esigenze di numerosi fedeli che si recano in pellegrinaggio a Bonaria».

Nell’ottavario dal  22  al 30 aprile ogni pomeriggio rosario e litanie cantate e celebrazione  eucaristica presieduta  in successione da   monsignor  Ferdinando Caschili (vicario generale), don Pietro Medda (parroco SS. Crocifisso), don Massimo Noli (parroco di Santa Lucia), don Giovanni Ligas (parroco San Pio X), don Elenio Abis (parroco SS. Giorgio e Caterina).

Chiusura dell’ottavario con Messa di monsignor  Mosè Marcia,  vescovo emerito di Nuoro.

M. G.

A Bonaria per implorare il dono della pace.

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