La giovane 25enne è originaria del Sud Sudan e ha vissuto in campi profughi
È arrivata lo scorso 9 novembre a Cagliari Isbella Awat Apire Lomu nell’ambito del progetto «Unicore 5.0 – Corridoi universitari per rifugiati» per frequentare il corso di laurea magistrale in relazioni internazionali all’Università di Cagliari.
Ad accoglierla il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai, alcuni suoi collaboratori e alcuni ragazzi impegnati nei progetti di Servizio civile universale della stessa Caritas.
Originaria del Sud Sudan, 25 anni, rifugiata nel campo profughi di Kakuma in Kenya per vent’anni, dove nonostante le difficoltà ha sempre continuato a studiare: dopo la scuola secondaria, nel 2017 l’iscrizione – grazie a una borsa di studio – all’Università di Nairobi per studiare relazioni internazionali dove prende la laurea triennale; nel frattempo, anche il conseguimento di una certificazione di nutrizione presso il Kenya Institute of Professional Studies.
Lo scorso maggio l’opportunità di fare domanda per proseguire i suoi studi nell’Università di Cagliari grazie al progetto in collaborazione con l’UNHCR.
«Per me è una grande opportunità – spiega Isbella – per completare la mia formazione e iniziare a lavorare».
«Mi piacerebbe trovare un impiego in qualche organismo internazionale, per occuparmi dei temi correlati alla mobilità umana e nello specifico la nutrizione, per cui ho avuto interesse da sempre: c’erano talmente tanti bambini malnutriti nel campo profughi dove ho vissuto, che mi sono ripromessa di impegnarmi su questo tema quando sarei cresciuta».
«La vita qui è bellissima – continua – ho incontrato persone molto disponibili. Sono stata accolta bene, sto avendo anche l’opportunità di studiare la lingua italiana. Inoltre ho iniziato le lezioni all’Università e sono davvero soddisfatta e grata».
Come gli altri studenti destinatari del progetto Unicore, nel suo percorso Isbella sarà accompagnata dalla Caritas diocesana, in stretta sinergia con l’Università di Cagliari e il College universitario Sant’ Efisio, con il sostegno della Fondazione di Sardegna.
«Questo progetto – commenta il direttore della Caritas don Marco Lai – costituisce la strada giusta: ovvero offrire a questi giovani la possibilità di scegliere se restare nei propri paesi o partire altrove, grazie a percorsi legali, sicuri, garantiti, dando loro la possibilità di completare gli studi, di integrarsi e diventare una risorsa per le stesse realtà ospitanti, nell’ambito di una vera e propria cultura dell’incontro».
Maria Chiara Cugusi – Alice Brundu
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