L’edificio è stato realizzato grazie ai fondi dell’8xmille
La canonica è un punto di riferimento stabile.
A Poggio dei Pini, la nuova casa canonica, realizzata grazie ai fondi 8xMille, permetterà alla comunità di avere, dopo 40 anni, la figura di un parroco stabile.
I lavori appena conclusi, resi possibili grazie soprattutto a un finanziamento della CEI (175.500 euro) hanno visto la realizzazione della struttura che la comunità desiderava da anni. Il frutto di un lavoro sinergico, con il terreno messo a disposizione dalla cooperativa locale e con la compartecipazione degli stessi parrocchiani (oltre 69mila euro) e della diocesi (oltre 55mila euro).
Per questi ultimi, un sogno che si realizza. «Erano anni – spiegano Pia e suo marito Salvatore – che chiedevamo la presenza costante del parroco. Da quando è arrivato don Gianni si è impegnato con determinazione, coraggio e pazienza fino a che non è riuscito ad avere i fondi per fare i lavori. Noi parrocchiani stiamo facendo a gara per offrire gli arredi e tutto ciò che serve, perché non vediamo l’ora che prenda possesso della Casa».
Finalmente don Gianni Sanna, 80 anni, alla guida della parrocchia Madonna di Lourdes dal 2018, è pronto per il trasferimento.
Parroco pendolare per anni, costretto a viaggiare ogni giorno per una trentina di chilometri andata e ritorno, sa bene quanto sia importante una presenza fissa tra la gente.
Una comunità quella di Poggio dei Pini, di circa 2400 abitanti, per la maggior parte anziani, ma anche famiglie, giovani che frequentano l’oratorio.
Lo spirito comunitario – nonostante i 45 chilometri di strade interne e la distanza l’uno dall’altro – e il forte legame con il territorio caratterizza da sempre questa realtà, immersa nella natura, fondata da un gruppo di soci che alcuni decenni fa hanno creato la già citata cooperativa.
Ciò ha permesso da subito un rapporto molto stretto tra comunità ecclesiale e civile.
«La comunità – spiega don Gianni – aveva bisogno di un punto di riferimento stabile: ciò permette di svolgere il proprio impegno con maggiore serenità, a contatto con i parrocchiani: il parroco deve vivere tra la gente».
Nonostante il pendolarismo quotidiano in questi anni don Gianni è riuscito a creare una grande famiglia, che si è stretta a lui anche qualche giorno fa in occasione del suo 53mo anniversario di ordinazione parrocchiale.
«Appena mi trasferisco andrò sistematicamente tra la gente a iniziare da coloro che hanno più bisogno di vicinanza, i tanti anziani che non riescono a venire in parrocchia».
«Con questa casa – spiegano Andreina e suo marito Marcello, impegnati nella pastorale familiare – il parroco è davvero parte integrante della comunità, non solo una guida all’occorrenza. Ci aspettiamo che questa possa diventare un luogo di ospitalità, magari per giovani seminaristi o altri giovani in discernimento, affinché possano conoscere la nostra realtà. Ora davvero possiamo ripartire con uno slancio nuovo».
La canonica è un punto di riferimento stabile.
Maria Chiara Cugusi
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