La Cei è al fianco del turismo con #sceglilitalia Appello affinché la meta delle vacanze sia il Bel Paese

Anche la Chiesa italiana vuole dare il suo concreto contributo ad aiutare il nostro Paese a uscire dalle conseguenze devastanti del coronavirus. Lo fa in modo molto efficace con la Caritas. Tenta di farlo anche con la pastorale turistica.

La competente Commissione Cei nazionale ha fatto partire la campagna #sceglilitalia: da giugno a dicembre 2020 la meta della vacanza sia nel nostro Paese.

Delle problematiche e delle opportunità del turismo per la Sardegna parliamo con don Ignazio Serra, coordinatore dell’ufficio regionale per la pastorale turistica, e con don Giacomo Zichi uno dei sui principali collaboratori.

La Chiesa dice che «nulla sarà come prima», in tutti i campi. Quindi anche nel turismo?

Si calcola che in Italia il turismo generi circa 60 miliardi di ricavi e dia lavoro a 3,5 milioni di persone. Per il 2020, di questi 60 miliardi, si spera di riuscirne a recuperare almeno 1\4 se le cose, nella seconda parte dell’anno, dovessero migliorare.

Anche in Sardegna si registra un numero notevole di occupati nel settore del turismo: 100mila sardi, dei quali 80mila stagionali.

A causa dell’attuale pandemia si stima che quest’anno oltre 9milioni di turisti non metteranno piede nell’Isola, pari a un 70% di stranieri e a un 59% di italiani in meno.

Ciò determinerà un taglio netto di almeno 50mila lavoratori e la riduzione sino al 67% di quelli stagionali. Si tratta di una vera e propria emorragia, che andrà a colpire direttamente chi lavora nel settore della ricettività e della ristorazione, e indirettamente, come per effetto domino, altri settori.

Effetti economici sui quali la Chiesa non può fare molto

Nell’immediato nulla potrà essere come prima, né risulta facile valutare l’evoluzione del flusso turistico e una sua eventuale ripresa.

Molto dipenderà dall’andamento sanitario a livello locale e globale, ma anche dalle buone pratiche e dal senso di responsabilità personale e collettiva, altrimenti i cieli resteranno appannaggio dei soli uccelli, i mari saranno abitati dai soli pesci e le autostrade vedranno sfrecciare principalmente i camion e i mezzi di soccorso.

Come Chiesa, quindi, occorre lavorare sul senso di corresponsabilità, prendendo coscienza di essere tutti interconnessi e interdipendenti, come dice papa Francesco nella “Laudato Si’”.

Si tratta di un gioco di squadra, in cui non possiamo permetterci il lusso di perdere la partita; occorre puntare alla vittoria, lavorando e faticando per il bene di tutti.

Una Sardegna Covid-free, perseguita da parte di chi la abita, sarà il miglior biglietto da visita per chi vorrà scegliere l’Isola come meta sicura per le sue vacanze e la miglior garanzia per la salute di chi ci vive e ci lavora.

La Commissione Cei ha fatto partire una campagna #sceglilitalia: da giugno a dicembre 2020 la meta della vacanza sia nel nostro Paese.

La campagna #sceglilitalia è stata lanciata con ferma convinzione da don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per la pastorale del turismo, sport e tempo libero.

Si tratta di un appello affinché la meta delle vacanze per il 2020 sia il Bel Paese, per dare ossigeno al comparto turistico, limitare per quanto possibile la riduzione della disoccupazione di quanti lavorano nel settore e scongiurare la chiusura di tante strutture legate all’accoglienza, alla mobilità, alla ristorazione, alla cultura.

Anche la Chiesa desidera dare un sostegno ad “un’estate in cui possa splendere il sole della speranza e delle possibilità realizzate.

Un motivo in più per restare in Italia viene offerto dal “bonus vacanze”: chi sceglierà di fare le vacanze in Italia, al mare o in montagna, potrà usufruire di un bonus (da un minimo di 150 € ad un massimo di 500 €), dal 1 luglio al 31 dicembre.

Scegliere l’Italia significa che tutte le strutture turistiche in ogni angolo d’Italia devono essere all’altezza e soprattutto non approfittare della situazione per “strozzare” l’utente.

In questa fase critica della ripresa tra domanda e offerta sarebbe assai proficua una sorta di alleanza tra le parti, tra il turista e chi offre i servizi del comparto, affinché “nessuno si senta abbandonato” ma ciascuno avverta che il peso del difficile momento viene alleviato dall’incontro fiduciale tra le parti.

Ecco perché questo non è il momento per far lievitare i prezzi nel comparto turistico, altrimenti la domanda calerebbe ancora di più, ma non è neppure il momento di allungare troppo l’elastico dello sconto perché potrebbe rompersi. Il turista che resta a casa e l’albergo o il ristorante vuoto non farebbero bene a nessuno.

La Sardegna insiste molto sui «cammini di fede»: c’è un modello italiano, un modello sardo di questi cammini?

Il lockdown ci ha rinchiusi nelle nostre case. Ci ha tenuto legati alla poltrona. Tuttavia siamo fatti per camminare sotto il cielo e non sotto un tetto, per tessere relazioni, per ammirare orizzonti e immergerci nella natura, nella stanza senza pareti del creato per stupirci e gridare i nostri “wow” per tanta bellezza.

Ecco perché il 2020 sarà l’anno in cui i cammini prenderanno ancora più piede e anche i sedentari scopriranno quanto sia bello mettere ali ai propri piedi. Papa Francesco, inoltre ha indetto un Anno speciale di anniversario della “Laudato Si”’: sarà un’occasione per riscoprire l’importanza del movimento lento, per acquisire stili di vita che coniugano sostenibilità, custodia e cura del creato e di ogni essere vivente.

I cammini religiosi e no (Via Martyrum, Via Sanctorum, Laudato Sinis, Cammino di Santa Barbara, quello di Santu Jacu e altri) saranno un’opportunità per un turismo di prossimità, che aiuterà ad aprire gli occhi in maniera differente anche a chi abita da sempre quest’Isola, pur garantendo il distanziamento fisico che il virus ci impone.

Mario Girau

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