La fedeltà che dura per tutta la vita, alla quale ci impegniamo nel matrimonio, non è insita nella natura umana: l’uomo è volubile oltre che fragile. Ma se sia davvero possibile essere fedeli «per sempre» possiamo scoprirlo solo attraverso la Parola.
Gesù, nel rispondere ai suoi avversari che volevano metterlo alla prova, dice che nella legge ebraica era consentito ripudiare la propria moglie per «la durezza del vostro cuore»(Mc 10,5). Infatti Dio nel suo progetto iniziale, creando l’uomo maschio e femmina (Gn 1,27) aveva concepito il matrimonio come espressione massima di unità e di amore, e Gesù, rispondendo ai suoi interlocutori, proclama che è iniziato il tempo nuovo in cui si ristabilisce l’ordine perfetto voluto da Dio.
La fedeltà indissolubile nel matrimonio che Gesù propone non è una legge, un giogo, una croce, ma è il dono del Dio fedele che ci salva dal nostro egoismo e ci rende capaci di accettare l’altro dandoci la possibilità di realizzarci pienamente nell’amore fedele al coniuge, riflesso in terra del «mistero grande» di Dio (Ef 5,32). Ciò che prima era impossibile all’uomo per la sua durezza di cuore, gli è ora possibile nel dono di Dio. Tenendo presente che l’altro resta sempre altro, e deve essere amato come tale, anche quando cambiano in lui tutte le qualità che l’hanno reso amabile. Infatti non si amano le sue qualità, ciò che ha, per impossessarsene, ma si ama l’altro come è.
E anche quando diventa brutto, vecchio, malato, sclerotico, demente, cattivo, solo un peso da portare, anche allora deve essere amato. In tutti questi casi e molti altri ancora quanto si fa presente la tentazione di venir meno alla fedeltà! Ma questa è la fedeltà dell’amore all’altro in quanto altro.
Dobbiamo avere come punto di riferimento la fedeltà dell’amore di Dio, di cui è ricca di esempi la storia del popolo di Dio: Dio che resta fedele oltre ogni tradimento a prescindere dalle innumerevoli infedeltà dell’uomo.
E noi siamo abilitati a essere come lui perché ci dà un cuore nuovo: ci dà il suo Spirito perché possiamo vivere la sua legge d’amore (Ez 32,26s) e rispettare l’impegno di fedeltà reciproca.
È ovvio che la promessa degli sposi non si limita a una fedeltà dei corpi (sessuale) ma riguarda anche una fedeltà a un progetto di vita insieme che il Signore ha pensato fin dall’eternità per la loro felicità. Per questo li ha fatti incontrare e poi innamorare.
Solo un Dio che è la fedeltà per eccellenza ci può sostenere nella realizzazione del nostro progetto di vita insieme dove i limiti reciproci possono diventare luogo di accettazione e comunione. Non sarà facile ma gli sposi hanno Dio dalla loro parte anche quando le situazioni cambieranno.
Il «sì» pronunciato sull’altare infatti dovrà essere un sì quotidiano perché il matrimonio si vive ogni giorno della vita e solo così pian piano maturerà per testimoniare sempre meglio il Vangelo dell’amore di Dio, secondo il suo progetto portatore di gioia eterna.
Papa Francesco, nell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, dice che la famiglia richiede un graduale sviluppo della capacità di amare e ci invita così: «Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!».
Magi Pellegrini
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