Lo Spirito prenderà del mio e ve l’annunzierà

Solennità della Santissima Trinità (Anno C)

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

(Gv 16, 12-15)


Commento a cura di Gabriele Semino


La solennità della Trinità suggerisce l’immagine geometrica della bussola.

Quattro posizioni principali (nord-sud-ovest-est) e tutte quelle intermedie.

In poche parole un centro da cui parte, verso ogni direzione netta e decisa o intermedia e interlocutoria, un sentiero di vita.

360 gradi, dove non si riconosce l’inizio e la fine, dove ogni inizio è la fine o il fine.


Il cuore di Dio, l’unico Dio che in sé è dialogo di amore tra le tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Questo cuore si dona in ogni luogo e in ogni tempo, ad ogni persona che lo accoglie.

Narra una tradizione che il grandissimo Sant’Agostino, indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con una conchiglia prendeva l’acqua del mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia.

Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco.

Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca, allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della Santissima Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell’angoscia più completa.


Si tratta di una tradizione fondata su una lettera apocrifa a San Cirillo, dove Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: «Agostino, Agostino che cosa cerchi? Pensi forse di poter mettere tutto il mare nella tua nave?».

Marzio Ganassini nel 1610 dipinge l’«Incontro col Bambino Gesù sulla riva di una spiaggia» (Chiostro della Chiesa della Santissima Trinità a Viterbo).

L’opera, che vedete riprodotta, ritrae Sant’Agostino in abito monastico.

È già vescovo, ma pur tuttavia qui viene ritratto nella sua veste di monaco cercatore di Dio.

Il mare è alle spalle e il bambino è Gesù stesso, nudo, che risplende di luce mentre versa con la conchiglia l’acqua nella sua buca.

Quel bimbo nudo rivela Dio molto più di quanto Agostino, insignito della dignità monastica ed episcopale, possa comprendere.

Questa tradizione scritta e dipinta ci consiglia di contemplare il mistero della Trinità, più che di tentarne una spiegazione.

Per contemplare questo mistero ci lasciamo condurre dal Vangelo che la liturgia di questa domenica presenta.

Gesù annunzia l’impossibilità per i discepoli di portare tutti il peso delle molte cose che lui avrebbe ancora da dire.

L’incontro con il Signore parte da questa consapevolezza: da soli, senza partire da lui, è impossibile reggere la verità, la bellezza e la bontà di tutto quanto lui è.

La possibilità dell’incontro quotidiano con il Signore è un dono che viene da lui, non dalle capacità o qualità umane che sentiamo di possedere.

Questa consapevolezza di fragilità, che potrebbe in prima battuta apparire desolante per noi uomini e donne credenti, si apre però al dono dello Spirito Santo.

Il Figlio rivelerà tutte le cose che ha da dire, lo Spirito della verità ci condurre a tutta la verità, al cuore di Dio.

Più che comprendere noi la verità di Dio, scopriamo di essere compresi dalla verità di Dio.

Siamo presi assieme a tutto e a tutti per venire inseriti in un mistero sconfinato di amore.

La verità che ci prende è la verità dell’amore infinito di Dio.

Dalle periferie di quella bussola immaginaria con cui ho iniziato la riflessione, siamo condotti al centro, al cuore, al dialogo inarrestabile di amore tra il Figlio che dice tutto, lo Spirito che conduce a quel tutto, il Padre che possiede tutto.

Siamo felicemente parte di questa vita, mistero d’amore.

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