Monsignor Calogero Peri è vescovo di Caltagirone in Sicilia. Lo scorso 5 gennaio era tra i presuli che hanno partecipato all’ordinazione episcopale di monsignor Giuseppe Baturi a Bonaria.
Qualche giorno fa ha lasciato l’ospedale dov’era ricoverato per il Covid 19.
«La situazione attuale – racconta – ha scompigliato tutti i nostri piani, i nostri pensieri e le nostre postazioni. Siamo stati riportati all’essenzialità, tornando ad essere tutti uomini, senza distinzioni. Questo è forse un grande guadagno che non dobbiamo perdere, una volta che saremo usciti fuori da questa realtà. L’uomo, purtroppo, non comprende gli insegnamenti nella prosperità, ma ciò che invece apprende nella necessità e nella dura prova, dovrebbe conservarlo come materiale unico e prezioso».
«Tutti, nella nostra vita, – ricorda – abbiamo dei comportamenti da rispettare per via del ruolo che ricopriamo, per le abitudini o per le nostre consuetudini. Ho capito che, anche a me, questo periodo ha spinto all’essenziale, portandomi appunto in ospedale, in un luogo di isolamento. Qui ho potuto rivedere me stesso in Gesù nudo sulla croce. Ma non come sottrazione, ma come una vera potenzialità. Nudi infatti si nasce e nudi si rinasce».
«Da francescano – ricorda – ripenso a quando lo stesso San Francesco ha deciso di vivere un’altra vita, e si è spogliato. Questo momento ha tolto le foglie ingiallite dagli alberi. E mi auguro che ci sia una nuova primavera, sia con fiori che con frutti. Un momento positivo che ha portato dentro di me, dentro il mio cuore, progetti di revisione e di semplicità. Un processo che noi stessi purtroppo non facciamo da soli, ma lo facciamo solo se costretti. Ma anche nella costrizione dobbiamo prendere sempre ciò che c’è di positivo».
Il paese è praticamente in ginocchio. Come e dove è possibile trovare la forza di rinascere e di andare avanti?
Questa prova ha scompigliato le nostre certezze e ha alterato la nostra sicurezza, sia in ambito sanitario che in ambito economico. Oltre a crearci il problema però, ci ha dato anche la soluzione. Mi riferisco alla solidarietà, all’impegno, all’esserci per gli altri; stare chiusi in casa per proteggere noi stessi, ma soprattutto gli altri.
Ora, dovremmo rinascere per avviare un grande investimento etico. Significa che tutti saremo meno egoisti e si penserà di più agli altri. Bisognerà aver presente il bene comune: infatti, se il bene non è di tutti, non è bene comune, ma diventa altro. Questo virus, oltre a tanti problemi, ci ha fornito altrettante soluzioni nuove a cui noi non avremo mai pensato.
La società correva, ognuno pensava a se stesso e si accelerava sempre più. Ora invece ci permette di vedere la realtà con occhi trasformati. I cristiani stessi hanno un grande compito: offrire di più, ma soprattutto offrire meglio. Mi auguro che questo problema, visto dall’altro lato, sia davvero un’opportunità di rilancio morale per la nostra nazione e per tutto il mondo.
Giovanna Benedetta Puggioni
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