Celebrata in Seminario regionale la festa del Sacro Cuore
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In occasione della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, la comunità del Pontificio Seminario regionale sardo del Sacro Cuore di Gesù ha vissuto un’intensa giornata di preghiera e di festa, culminata con la Messa, presieduta dall’arcivescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni, concelebrata dall’arcivescovo emerito di Cagliari, nonché amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, il cardinale Arrigo Miglio, dall’equipe formativa e da tanti sacerdoti provenienti da diverse parti dell’isola in rappresentanza dei parroci di origine e di pastorale dei seminaristi.
Durante l’omelia, monsignor Carboni ha ricordato ai seminaristi e a tutti i presenti che: « tutta la vita siamo chiamati a educare il cuore, dato che non si tratta di un lavoro che termina con la conclusione degli anni di formazione in Seminario né a una determinata data o anno della nostra vita. Esso inizia molto presto nella nostra esistenza, in famiglia, con nostra madre, che, senza parole o discorsi, ma piuttosto con gesti e la cura continua, costruisce in noi la percezione di cosa significa essere amati e poter amare».
Quanto poi alla complessità del «saper amare», che entra in dialogo con la vocazione, il celibato e il dono di sé, monsignor Carboni ha anche sottolineato che «si può essere maturi negli stili relazionali e affettivi, ma c’è pure il rischio di “cuori immaturi”, che generano stili affettivi immaturi e influenzano la verità e la qualità della nostra risposta vocazionale, oltre al nostro stile di relazioni, di affetto e di vissuto della sessualità e dell’affettività».
L’Arcivescovo di Oristano ha poi concluso la sua meditazione chiedendo all’assemblea di non vivere con un cuore di pietra, di vetro o con un cuore “digitale”, ma: «occorre ricordarci quale dovrebbe essere l’itinerario del “cuore di carne”». «Come è il cuore del Signore?», si è chiesto l’Arcivescovo.
«Il cuore di Gesù – ha detto – è prima di tutto un cuore veramente umano. L’incarnazione della Parola deve essere presa molto sul serio. Gesù non fa della sua vita un teatro. La sua storia personale è veramente umana, all’interno della quale si trovano le dinamiche emotive che ha vissuto nella sua famiglia e le altre relazioni della sua esistenza».
«Non possiamo lasciare da parte la nostra umanità – ha sottolineato padre Roberto. Un cuore veramente umano non significa accettare tutto ciò che il mondo ci propone come “normale”. Il cuore di Gesù esprime affetto e vive emozioni nel posto giusto, contento per qualcosa che merita, rattristato per qualcosa che esprime tristezza, manifesta la l’aggressività nelle situazioni in cui è necessario».
La serata di preghiera si è poi conclusa con la processione eucaristica negli spazi del Seminario e la benedizione eucaristica davanti all’immagine del Sacro Cuore di Gesù, all’ingresso della struttura di formazione.
Andrea Pelgreffi
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