Pasqua di Risurrezione del Signore (Anno B)
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Commento a cura di Giovanni Ligas
«È risorto il Signore e ha risvegliato tutta la terra».
Questa espressione di San Giovanni Crisostomo esprime l’atmosfera spirituale del giorno di Pasqua.
Nel brano evangelico di Giovanni, che si legge alla Messa del giorno, troviamo due indicazioni spirituali per il credente:
1. vedere e credere, 2. testimoniare la fede nel Risorto.
1. Il brano evangelico inizia parlando della scoperta della tomba vuota da parte di Maria di Magdala.
Dopo aver constatato che la pietra è stata tolta dal sepolcro, si reca da Simon Pietro e Giovanni e dice loro che il corpo del Signore è stato portato via e non si sa dove l’abbiano messo.
Subito i due apostoli corrono verso il sepolcro. Giunti sul luogo, il discepolo più giovane attende che sia Pietro a verificare per primo la notizia.
Pietro osserva i teli e il sudario ma nel testo evangelico non si dice nulla della sua reazione.
Invece quando entra il discepolo più giovane è detto che «vide e credette».
Questo fatto insegna che all’affermazione della risurrezione del Signore si giunge tramite la fede.
Il segno della tomba vuota fa pensare ad un fatto misterioso ma non dimostra che Gesù sia effettivamente risorto.
È l’esperienza di fede che porta a concludere che egli sia veramente risorto. Non si può comprendere questo evento soprannaturale se non guardando con gli occhi della fede.
Assieme alla tomba vuota devono essere considerati i racconti delle apparizioni di Gesù dopo la risurrezione.
Di esse parlano i Vangeli e costituiscono il segno principale della risurrezione, in quanto il Signore è apparso a molti e si è fatto riconoscere da loro.
Il richiamo alle apparizioni del Risorto lo si può notare anche nelle numerose manifestazioni di pietà popolare.
La mattina di Pasqua in molte parrocchie della Sardegna si rinnova il suggestivo rito, detto «S’Incontru» tra Gesù Risorto e la Madonna.
Secondo un’antichissima tradizione, il Cristo sarebbe apparso innanzitutto a sua madre.
2. La solennità della Pasqua celebra la presenza di Cristo nella vita dell’umanità.
Con la passione, morte e risurrezione di Gesù si compie il disegno divino di salvezza e tutti, attraverso il Battesimo, vengono resi partecipi di questo dono, diventando figli adottivi di Dio e eredi della vita eterna.
Sin dagli inizi della sua missione la Chiesa fa risuonare il primo annuncio, affermando che Gesù Cristo ha dato la sua vita per salvare tutti, e adesso vive accanto ad ognuno per trasmettere luce e forza.
Perciò il cristiano, consapevole di questo dono, è chiamato ad essere nel mondo testimone della risurrezione del Signore.
Un esempio lo si può vedere nella Beata Suor Giuseppina Nicoli.
Vissuta tra il 1863 e il 1924, nel 1914 venne inviata all’Asilo della «Marina», a Cagliari. Ciò che fece in aiuto dei poveri scaturiva dalla percezione della presenza viva di Dio nella sua vita.
Questa esperienza di fede la spingeva a progettare e realizzare molteplici opere di carità.
Dalla Pasqua scaturisce l’impegno ad essere nel mondo testimoni della fede nel Risorto, donando fiducia e speranza a tutti, soprattutto alle persone più disagiate.
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