«Prendersi cura dei giovani non è un compito facoltativo per la Chiesa, ma parte sostanziale della sua vocazione e della sua missione nella storia»(n.1).
Si apre così l’Instrumentum Laboris per il prossimo Sinodo dei vescovi.
Alla redazione finale di questo documento si è giunti attraverso un percorso molto partecipato: questionari, un seminario internazionale sulla condizione giovanile, una riunione pre-sinodale che ha visto presenti trecento giovani provenienti da tutto il mondo e quindicimila attraverso i social. Si può dire che il Sinodo è iniziato molto prima della sua celebrazione, attraverso un’azione sensibile e convinta di ascolto delle comunità cristiane e soprattutto del mondo giovanile.
Il documento si muove secondo il metodo del discernimento: fa il punto sulla condizione giovanile; la interpreta secondo criteri che colgano gli indizi di futuro che essa racchiude; orienta alcune decisioni che saranno oggetto della valutazione e delle scelte dei padri sinodali.
Riconoscere, interpretare, scegliere sono i tre verbi che scandiscono la riflessione del documento e che dovranno guidare i lavori sinodali.
«I giovani sono grandi cercatori di senso e tutto ciò che si mette in sintonia con la loro ricerca di dare valore alla propria vita suscita la loro attenzione e motiva il loro impegno» (n. 7); ma nel loro percorso spesso non trovano accanto a se’ adulti significativi, disposti ad accompagnarli nella loro ricerca, capaci di aprire loro prospettive, di far intravedere grandi orizzonti e di accogliere il loro bisogno di crescere e di realizzarsi secondo un progetto di vita di valore. Così, «il rapporto tra giovani e adulti rischia di rimanere soltanto affettiva, senza toccare la dimensione educativa e culturale» (n. 14).
La giovinezza è la stagione delle scelte di fondo della vita, quelle che danno identità e configurano tutta l’esistenza; tali scelte spesso vengono compiute in un contesto di precarietà, dopo un percorso lungo e complicato che rischia di mortificare slanci e spegnere progettualità. Il difficile rapporto tra le generazioni rende faticoso per i giovani anche maturare scelte in ambito religioso, perché – come fa notare il documento – «una parte del disinteresse e dell’apatia dei giovani in tema di fede è imputabile alla difficoltà delle grandi istituzioni religiose nel sintonizzarsi con la coscienza moderna» (n. 25).
La seconda parte del documento, dedicata all’interpretare, rilegge la condizione giovanile secondo le parole chiave del Sinodo: vocazione e discernimento. La vocazione è intesa in senso ampio, come chiamata ad uscire da se stessi per realizzarsi nell’amore e nel dono di sé, secondo una pluralità di percorsi vocazionali. La terza parte è dedicata a presentare alcuni cammini di conversione pastorale e missionaria. Per la Chiesa si tratta di rispondere alla domanda: come aiutare tutti i giovani, nessuno escluso, a incontrare il Signore, a sentirsi amati da Lui, a rispondere alla sua chiamata alla gioia dell’amore.
Paola Bignardi – Agenzia Sir
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