Una sola è la certezza

editorialeLa foto della basilica di san Benedetto a Norcia, crollata dopo il sisma di domenica scorsa, è forse l’immagina più efficace per raccontare il senso di precarietà e smarrimento che in molti serpeggia dallo scorso 24 agosto, giorno del primo devastante terremoto, che ha colpito le regioni del centro Italia.

In un tempo di presunte sicurezze su tutto e su tutti, la terra che trema ci ha riportato alla condizione di uomini fragili che poco possono fare contro la forza della natura.

Un ridimensionamento più che mai necessario, perché in tante parti del pianeta quanto accaduto, e quanto sta accadendo  nel nostro Paese, è prassi quotidiana.

Siamo talmente abituati alla ricerca continue di sicurezze, a volte anche nella fede, che spesso ci sfugge come la fede del Vangelo ci offra solo una certezza: che su questa terra non ci sono certezze. Il Figlio di Dio sulla Croce ha dubitato di Dio stesso. Questo resta il vero conforto.

Certo ciò non deve impedire gli interventi dal punto di vista materiale per mettere in sicurezza abitanti e strutture della maggior parte del territorio italiano, quest’ultimo utilizzato abbondantemente senza criterio. Sono crollati edifici costruiti secoli addietro ma, di certo, si riuscirà a riportarli agli antichi splendori, così come è accaduto ad Assisi nel 1997. Oggi, dopo il crollo in seguito al terremoto, la volta della basilica maggiore di san Francesco ha riacquistato la bellezza che l’ha sempre caratterizzata.

E anche questa volta sarà così. Ciò che è crollato materialmente verrà ricostruito e chi ha perso casa, negozio o altro dovrà avere quanto ha perduto, con l’aiuto, oltre che delle istituzioni, anche dei tanti che già si sono mossi e continuano a lavorare, come la Caritas diocesana che non ha mai smesso di raccogliere quanto era possibile, per destinarlo alle popolazioni del centro Italia. Le modalità sono disponibili in fondo alla pagina.

C’è poi un legame particolare tra la diocesi di Cagliari e quelle zone, specie con Norcia. Di questa diocesi umbra, prima della definitiva unificazione con Spoleto, è stato vescovo Ottorino Pietro Alberti. Il presule nativo di Nuoro e pastore emerito della chiesa cagliaritana (1988-2003) è diventato vescovo della diocesi di Norcia e di quella di Spoleto il 9 agosto del 1973. Queste diocesi furono poi unificate il 30 settembre 1986. Dunque Alberti è stato l’ultimo vescovo di Norcia e il primo vescovo di Spoleto-Norcia.

A ricordare questo legame tra il compianto arcivescovo di Cagliari e la sede ecclesiale in terra umbra è stato il vescovo Arrigo Miglio, in occasione della messa solenne per la festa di san Saturnino, patrono della città, tenutasi la mattina di domenica scorsa nella basilica paleocristiana dedicata al giovane martire.

Un motivo in più per far sentire la vicinanza a chi, a Norcia e non solo, ha perso tutto, tranne la fede, come immortalato da un fermo immagine televisivo: frati, suore e laici sopravvissuti alla scossa di terremoto inginocchiati pregano davanti alle rovine della basilica di Norcia subito dopo il crollo. Un’immagine che vale molto più di mille parole.

Roberto Comparetti

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