Una stagione in chiaro scuro, quella 2018, per il settore ricettivo sardo. «Non è stata una brutta estate – ammette Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna – sebbene preoccupante da certi punti di vista: si è fermato il trend di crescita ma dal punto di vista alberghiero sono stati riconfermati i numeri dell’anno precedente.
Per quanto concerne invece la realtà extra alberghiera?
I nostri dati, ad oggi, ci rimandano ad un calo tra il 5% e l’8% del mercato italiano, ed un incremento più o meno degli stessi numeri del mercato straniero. In base dunque al mix di clientela che ogni struttura riceve, siano italiani o siano stranieri, il dato può essere positivo o negativo. Negli ultimi anni c’è stato un recupero dei prezzi, con cifre che sono anche aumentate.
C’è una buona fetta di alloggi che sfugge ai controlli?
Il grosso di quel mercato viene servito dai trasporti navali che registrano un -15%, mentre quelli aerei segnano un +8%. Purtroppo ci troviamo con tantissimi annunci che si trasformano in circa centocinquantamila posti letto. Purtroppo non vengono registrati e viaggiano su dinamiche sconosciute all’erario, generando problemi alla sicurezza. Si tratta però di un elemento ormai determinante. È difficile sapere quali siano i dati reali sulla stagione turistica, se non su quelli delle strutture censite. Ci troviamo a combattere quotidianamente con una realtà parallela che è ignorata, sebbene sia stato fatto un passo in avanti che ha portato a censire tutti quelli che sono gli operatori dell’ospitalità in Sardegna.
Mettere in ordine il settore dell’ospitalità secondo le norme, non è compito facile ma bisogna intervenire.
Certamente. Questo soprattutto per tutelare la qualità: chi opera lo deve fare rispettando le regole più banali, dalla sicurezza all’igiene, perché altrimenti si generano danni all’intera Sardegna. I fattori del fenomeno sono molteplici e non derivano da un unico elemento ma dall’insieme di situazioni che si generano. Dobbiamo comunque assicurare un’esperienza positiva ai nostri clienti.
Fare le cose in regola sarebbe un vantaggio per tutti?
Assolutamente sì. È l’unico modo. Se non si rispettano le regole non si sopravvive, dato che l’unica maniera per avere un’attività sana è seguire le norme. Se poi uno non rispetta le regole pagherà le conseguenze ma genererà dinamiche che portano all’usura del territorio, allo sperpero delle risorse ambientali, alla speculazione sugli investimenti dei cittadini, senza lasciare nulla in cambio. Seguire le norme porta e porterà ad avere sempre un’offerta turistica di qualità. Se il vacanziere viene ospitato in una struttura fuori norma, che offre pessimi servizi, per di più a caro prezzo, sarà danneggiato l’intero settore turistico sardo.
Giovanna Benedetta Puggioni
© Copyright Il Portico