Con il nullaosta della Congregazione delle Cause dei santi, lo scorso 8 luglio, suor Teresa Tambelli si porta in «pole position» verso gli onori dell’Altare.
Il 16 febbraio scorso, dopo il primo “Sì” della Conferenza episcopale sarda, si è infatti ufficialmente aperta la causa di beatificazione per procedere alla raccolta della documentazione sulla sua fama di santità.
Il suo iter nasce da un percorso lento, sì, ma altrettanto sicuro e certo capace di «mantener vivo il fuoco» di una vita, quella di suor Tambelli, straordinariamente ricca, straordinariamente vitale, straordinariamente piena di buoni frutti.
Il cammino appena intrapreso sarà lungo e minuzioso il lavoro di ricerca per stabilire l’eroicità delle sue virtù ma, intanto, abbiamo la gioia di chiamarla serva di Dio.
Lei, suor Teresa, è più che mai viva nella mente e nel cuore di chi l’ha incontrata, conosciuta, amata. Sta entrando nel cuore di quanti e quante, pur non avendola conosciuta personalmente, imparano a conoscerla, a volerle bene, a realizzare con lei quel singolare legame di parentela spirituale che avvicina in maniera più reale al cuore di Dio e ci unisce per vocazione e per carisma.
Suor Teresa, al secolo Maria Olga, nasce a Revere, provincia di Mantova, in Lombardia, il 17 gennaio 1884 da Rosa Laina e da Giulio Tambelli. Il papà, avvocato, segue Garibaldi nella famosa “Spedizione dei Mille”.
Olga, nata da parto gemellare, è la sesta di sette figli. Nella diocesi di Mantova, a cui ella appartiene, guidata da monsignor Giuseppe Sarto, il futuro Papa Pio X, riceve la prima comunione a 7 anni e, subito dopo, per mano di monsignor Sarto, il sacramento della confermazione. A 13 anni è orfana di entrambi i genitori. A Parma compie i suoi studi e consegue il diploma con una media di quasi 9/10. A 18 anni entra tra le Figlie della Carità di Torino, fa il Postulato all’Istituto Alfieri- Carrù.
Dal 30 ottobre di quell’anno inizia il noviziato fino all’invio in missione avvenuto, il 12 settembre 1904, nella Casa provinciale di Torino. Dal 1904 al 1907 è a Casale Monferrato.
A 23 anni, il 14 settembre 1907 arriva a Cagliari, all’Asilo Marina – Stampace.
Qui rimane per 57 anni, fino al 1964, anno della sua morte.
Dal 7 agosto 1914 la vita di suor Teresa si incrocia con quella di suor Giuseppina Nicoli.
Il modo coraggioso che suor Teresa ha di concepire il servizio, far conoscere il Vangelo, tipico di una Chiesa «in uscita», cioè missionaria, trova comprensione e appoggio in suor Nicoli.
Dopo la morte di suor Nicoli, è nominata suor Servente (superiora) dell’Asilo Marina – Stampace, nel mese di gennaio 1925.
Suor Teresa continua l’opera dei Marianelli, li chiama a raccolta, ogni domenica mattina, per arrivare in orario alla Messa delle sei a Sant’Eulalia.
Dopo Messa, li porta con lei alla Marina per un’abbondante colazione con pane e mortadella, a seguire il catechismo.
Suor Tambelli li aiuta a crescere, a sviluppare la coscienza buona del proprio sé attraverso esperienze che sviluppano gioia di vivere, risvegliano coinvolgimento affettivo e predispongono l’azione della volontà all’impegno.
Nell’inverno del 1943 Cagliari vive una delle pagine più dolorose della sua storia, uno dei più rigidi e tristi che si ricordi.
In tale contesto, suor Teresa è figura solida e coraggiosa per la vita della città e del Quartiere Marina. Da lì la Carità parte e arriva.
Con lei, la via Baylle diventa epicentro di una vasta opera di carità che si irradia per tutta Cagliari ridotta a macerie, stremata dalla fame, atterrita dalla paura di nuove e improvvise bombe.
Suor Tambelli realizza in pieno la lezione di san Vincenzo, ancora attuale.
Il suo impegno non consta esclusivamente di azioni o programmi di promozione e assistenza ma prima di tutto in un’attenzione speciale rivolta alla persona «considerandola come unica cosa con se stessa».
Il 23 febbraio del 1964 il cuore di suor Tambelli cessa di battere sulla terra per armonizzarsi in cielo al ritmo del cuore di Colui che sulla terra aveva amato più di se stessa nella persona dei poveri, delle famiglie e della gioventù cagliaritana del suo tempo.
Il 28 Febbraio scorso, 52° anniversario della morte, ci siamo ritrovati all’Asilo della Marina per darle onore e renderla presente attraverso testimoni oculari.
Abbiamo ricordata suor Teresa, come gli anni passati, con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Pier Giuliano Tiddia, vescovo emerito di Oristano e, anche lui, testimone oculare. Era un giovane sacerdote quando suor Tambelli gli chiese di poter celebrare, appositamente per i Marianelli, la Messa delle 6.
La mattinata è poi proseguita con la proiezione di un film-documentario attraverso il quale si è ricordata suor Tambelli insegnante attraverso la testimonianza delle sue ex alunne ormai attempate ma lucidissime che l’hanno dipinta come loro seconda mamma, esemplare educatrice, eccellente catechista, ottima docente dal metodo chiaro e dagli obiettivi precisi.
La «Buona Scuola» suor Tambelli l’ha attuata a partire dal lavoro d’equipe, dalla buona collaborazione tra insegnanti, alunni e famiglia base e condizione indispensabile a quell’azione educativa capace di offrire competenze, preparare concretamente alla vita e far crescere. Il tutto con un’intelligenza, una passione entusiasmante e commovente.
In questo anno del Giubileo straordinario della Misericordia, includere suor Tambelli nella lunga scia dei Misericordiosi «popolo dai molti volti» (Gaudium et Spes), è dare a Dio quel che è di Dio.
Davvero Suor Tambelli è stata per Cagliari, a suo tempo, strumento della Misericordia di Dio, con la sua presenza attiva, amorevole, pazientissima, profondamente partecipe delle sofferenze e gioie degli altri a cominciare da chi più gli stava vicino fino agli ultimi delle periferie esistenziali di una Cagliari sì povera, ma al contempo desiderosa di farcela, mostrando a tutti, poveri e ricchi, una Chiesa che si fa serva e mediatrice tra gli uomini e Dio.
Suor Rita Columbano – Figlia della Carità
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