Proseguono le operazioni di monitoraggio e soccorso nelle regioni del centro Italia profondamente colpite dal sisma. Dal terremoto dello scorso agosto alle più recenti scosse sono stati oltre 54.600 gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco. Con la sequenza sismica che non si arresta diventa sempre più complicato il quadro delle verifiche di scuole, monumenti e abitazioni private da controllare. Mentre la macchina della solidarietà è in moto, il Governo, anche attraverso il progetto Casa Italia, pensa di elaborare un piano che superi la contingenza. «L’Italia ─ ha precisato il premier Renzi ─ deve avere una struttura che si occupa di prevenzione dotata delle migliori eccellenze». Si ragiona attorno alla redazione di un piano che, nell’arco di due generazioni, dovrebbe riuscire a mettere in sicurezza il Paese.
Campi attrezzati per sostituire le tende con i container, aree allestite con punti di ritrovo e cucine da campo dove sistemare i «moduli» per quanti non vogliono abbandonare i paesi colpiti dal terremoto che domenica 30 ottobre ha devastato il centro Italia.
Saranno certamente sistemati a Cascia e Norcia, dove il sisma ha anche causato il crollo quasi totale della basilica di san Benedetto e della concattedrale di santa Maria di Norcia.
«Di questa diocesi ─ spiega don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana e regionale ─ prima della definitiva unificazione con Spoleto è stato vescovo Ottorino Pietro Alberti. Il presule nativo di Nuoro ha guidato la chiesa cagliaritana dal 1988 al 2003, divenne vescovo della diocesi di Norcia e di quella di Spoleto il 9 agosto del 1973. Queste diocesi furono poi unificate il 30 settembre 1986. Alberti è stato l’ultimo vescovo di Norcia e il primo vescovo di Spoleto-Norcia. Questo crea un legame profondo tra noi e quanti sono toccati da questa emergenza. Lo stesso vescovo Miglio, in occasione della messa solenne per la festa di San Saturnino, patrono della città, ha ricordato il legame tra il compianto arcivescovo di Cagliari e la sede ecclesiale umbra. La diocesi, attraverso la Caritas, aveva già preso un impegno di solidarietà nei riguardi di questa località, per far fronte alle conseguenze delle scosse sismiche dei mesi scorsi».
Negli scorsi mesi la Caritas diocesana aveva promosso una raccolta fondi per le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto del 24 agosto.
«La conta dei danni ─ prosegue don Marco ─ non si ferma e si prospetta un quadro sempre più grave, che va oltre l’emergenza abitativa degli sfollati. La colletta messa in piedi dalla Caritas l’estate scorsa prosegue e ora sarà rilanciata e intensificata. Come diocesi siamo infatti concretamente presenti a Norcia, dove mi sono recato personalmente per confrontarmi con Caritas italiana e altre delegazioni regionali sulle priorità ed esigenze da considerare prima del nostro intervento. Ci sentiamo particolarmente legati a quella terra perché sempre vivo è per noi il ricordo di monsignor Alberti».
Sono migliaia gli sfollati che si preparano ad affrontare i mesi invernali senza un tetto sulla testa, ma che rifiutano l’ipotesi di abbandonare il proprio territorio. Messaggi di fiducia e speranza arrivano da più parti: lo stesso papa Francesco continua a esprimere piena solidarietà nei confronti di questa fetta di popolazione.
Don Marco Lai parla di «fiducia e speranza. Sentimenti che cresceranno sicuramente attorno alle comunità cristiane e ai propri Pastori. Anche il nostro intervento ─ ha ribadito ─ sarà a misura di queste necessità e di questi bisogni. Mi pare che nessuno possa auspicare che quei territori rimangano desertificati da presenza umana seppure sia chiaro esistano opportunità temporanee sulle quali la gente si confronta e sulle quali basa le proprie scelte che vanno sempre rispettate e sostenute. Dal mio punto di vista credo sia importante restare e fornire le condizioni ideali per il proseguo della vita quotidiana. Scappare sicuramente non gioverebbe a nessuno».
Maria Luisa Secchi
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