L’Arcivescovo di Leopoli lo ha raccontato all’incontro formativo del clero
Vivere la fede tra la guerra e le continue violenze.
Aprire gli orizzonti verso i luoghi di sofferenza delle comunità cristiane e dei sacerdoti che le guidano.
Il consueto incontro del clero diocesano ha ospitato tre testimonianze di uomini di Chiesa che vivono sulla loro pelle la violenza dei conflitti.
Monsignor Meczysław Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli in Ucraina, collegato in video conferenza, ha aggiornato i partecipanti sulla condizione che lui e i suoi fedeli stanno vivendo da quasi un anno dall’inizio del conflitto.
«Molti sacerdoti e religiose – ha detto – sono volontari al fronte, vicino ai soldati, diversi di loro chiedono assistenza ai nostri presbiteri, particolarmente apprezzati, sebbene in Ucraina siamo una minoranza, 1,5 per cento della popolazione».
«Un’altra attenzione poi – ha proseguito l’Arcivescovo ucraino – i sacerdoti l’hanno per i loro fedeli, in particolare quelli che restano, anziani e malati, ai quali danno conforto e speranza, così come assistono coloro che sono fuggiti dalle zone di guerra, come nella mia diocesi sono tante le persone fuggite dalla zona est del Paese e sono nella nostra zona. A loro riserviamo un accoglienza familiare, dando loro una sorta di seconda casa, visto che alcuni da 11 mesi sono sempre con noi».
Vivere la fede tra la guerra e le continue violenze.
Le altre interviste sul prossimo numero in distribuzione da mercoledì 25 gennaio.
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