Fabrizio Marcello, originario di Nuoro, classe 1974, sposato e padre di due figli, consigliere comunale di maggioranza, è stato nominato Alter Nos dal sindaco Massimo Zedda per la 361esima edizione della festa di sant’Efisio. Come i suoi predecessori, Marcello avrà il compito di rappresentare l’autorità civile. Un tempo espressione del viceré, l’Alter Nos procede con la fascia tricolore come delegato della municipalità e responsabile dello scioglimento del voto formulato al santo nel 1652 per salvare la città dalla peste. Da allora, ogni anno, vengono dedicati al santo quattro giorni di festa. Secondo la tradizione, prima della processione avrà luogo il rito della vestizione e dell’investitura, momento in cui Marcello indosserà il «Toson d’Oro», segno d’alta onorificenza conferito alla città di Cagliari nel 1679 da Carlo II re di Sardegna e d’Aragona.
Quali sono i sentimenti provati al momento della nomina?
Ero fuori dall’aula quando il sindaco ha annunciato la nomina. Appena sono entrato, simpaticamente ha detto: «Probabilmente il consigliere Marcello non vuole fare l’Alter Nos». Insomma, la grande notizia è arrivata dopo una bonaria bacchettata. Non è semplice tuttavia descrivere le emozioni che sto vivendo. Questa nomina per me e la mia famiglia ha una grande valenza spirituale e civica e rappresenta un motivo di orgoglio. Penso siano tanti i cagliaritani che vorrebbero rappresentare la città in questa occasione.
Quale è il suo rapporto personale con sant’Efisio?
Sono cresciuto in una famiglia molto devota, il martire glorioso suscita un grande fascino. Non è solo il santo dei cagliaritani, ma l’espressione della fede dell’intera Sardegna. Non è stato facile prendere sonno la notte della nomina. La decisione del sindaco riveste grande importanza non solo per il compito di rappresentanza, ma per intime vicende di natura familiare. Pur non provenendo originariamente dalla realtà cagliaritana, essendo cresciuto a Tiana, a questa sono profondamente legato, in quanto i miei nonni dal 1932 hanno vissuto a Cagliari, dando alla città il proprio contributo. Vivo dunque questa designazione anche come un riconoscimento del lavoro svolto dalla mia famiglia in questa città.
Ha qualche motivo particolare di devozione?
Come detto, non è facile per me esprimere a parole quanto vivo interiormente, trattandosi di una espressione di fede. Preferisco custodire tutto nel cuore e pregherò il santo in particolare per quanti vivono momenti di difficoltà economica e mancanza di lavoro, specialmente tra i giovani.
Ci sono degli auguri che l’hanno particolarmente colpita?
Non un augurio in particolare, per me sono tutti preziosi. Colgo negli occhi di quanti mi incontrano e si fermano a scambiare due parole una luce particolare. È la gioia cristiana che scaturisce dalla devozione nei confronti di sant’Efisio, martire glorioso.
Quali persone custodirà in modo speciale nel suo cuore durante questi giorni di festa?
Sono tante le persone che porterò nel cuore nel corso di questa esperienza. Penso in particolare alla mia famiglia, che mi sostiene in ogni occasione. Con loro monsignor Ottavio Utzeri, mio padre spirituale e da qualche anno prelato protettore dell’Arciconfraternita del Gonfalone. Il nostro è un legame speciale creatosi grazie al compianto arcivescovo monsignor Ottorino Pietro Alberti. Ultimo, ma non per importanza, il sindaco Massimo Zedda. È lui ad aver reso possibile questo momento di grazia di cui farò tesoro per tutta la vita e di questo gli sono profondamente grato.
Emanuele Boi
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