Anche quest’anno, nella ormai tradizionale data del 25 Aprile, oltre 300 piccoli ministranti si sono ritrovati nei locali del Seminario arcivescovile per vivere insieme la Giornata diocesana dei ministranti, il consueto appuntamento annuale per tutti i «chierichetti» della diocesi. L’evento è stato promosso e organizzato dall’equipe dell’Ufficio per la pastorale delle vocazioni, coordinata da don Michele Fadda (rettore del Seminario) e da don Giorgio Franceschini (vicedirettore), con la collaborazione dei ragazzi del Seminario minore e del Seminario regionale e l’aiuto di un gruppo animatori provenienti da diverse parrocchie della diocesi (Quartu Sant’Elena, Decimomannu, Pula, Cagliari-Madonna della Strada).
La giornata è iniziata subito all’insegna dell’amicizia e della gioia: i volti sorridenti dei piccoli hanno colorato di allegria l’atmosfera fin dall’arrivo in Aula magna. Tra questi, alcuni «veterani», ma anche i volti più timidi dei chierichetti che partecipano alla loro prima Giornata. I bambini sono accolti in un clima di festa e fin da subito introdotti nella giornata, che si rivela un momento di incontro e di condivisione tra i ministranti delle diverse parrocchie. Tutti insieme infatti, riconoscendo la propria vocazione al servizio all’altare, a una sola voce cantano il loro tradizionale inno: «Un arcobaleno di anime: siamo i ministranti del Signor!». E si vede proprio un arcobaleno di allegria, anche in senso cromatico grazie ai cappellini colorati che sventolano in aula magna.
Il tema della giornata, tratto da quello proposto dall’Ufficio nazionale per le vocazioni, «Alzati, va’ e non temere», richiama l’attenzione sulla dimensione missionaria della vita cristiana. Come ci ricorda papa Francesco, il cristiano è marchiato a fuoco per la missione, per farsi portatore della gioia del Vangelo. Questa gioia missionaria ci dovrebbe spingere a uscire da noi stessi per andare verso i nostri fratelli ad annunciare la Parola di salvezza, facendoci portatori di Cristo specialmente agli abbandonati, ai dimenticati e agli imperfetti. La missionarietà del cristiano è stata mostrata ai piccoli ministranti nella catechesi della mattina, attraverso gli occhi di un loro coetaneo che, incaricato dal suo parroco, deve svolgere una ricerca sul perché l’incontro con Gesù fa diventare una missione. Riflettendo, il chierichetto comprende il valore missionario della fede, cioè l’essere in cammino, in cammino verso Gesù. In questo percorso, il pellegrinaggio della vita di ciascuno di noi, sono necessari alcuni «strumenti di navigazione»: la mappa, che aiuta a capire quale strada prendere, e la bussola, che ci permette di orientarci anche quando perdiamo tutti i punti di riferimento. Così i bambini hanno potuto capire il significato degli imperativi «Alzati e va’», mostrati concretamente grazie alla testimonianza di 10 personaggi del Vangelo che hanno riscoperto la loro «missione di vita»: da Lazzaro avvolto in bende alla samaritana assetata, dal figlio della vedova di Nain con la bara al paralitico in barella, i giovani chierichetti hanno potuto riscoprire le loro storie nel gioco della mattina.
Il culmine della giornata è stata la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, nel giorno del suo 25mo anniversario di ordinazione episcopale. La Messa, animata dal Coro giovanile diocesano, è stata vissuta con gioia per l’incontro con il Signore, che ci invita a gridare con la nostra vita: «Io sono una missione».
Davide Ambu
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