XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.
E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Commento a cura di Walter Onano
La Parola di Dio ci invita ad una scelta radicale di Gesù e dell’amore verso tutti gli uomini.
Per avere la forza di seguirlo occorre caricarsi della propria croce.
Con queste parole, dunque, Gesù ci chiede di essere fecondi e ci spiega come: mettendo la nostra vita a disposizione Sua e degli altri.
Ce lo propone dicendo che, facendo così, troveremo la nostra vita, cioè la realizzeremo.
Fecondità come apertura alla vita, accolta come dono, non come un nostro possesso, diventiamo strumenti nelle mani di Dio e siamo stimolati a non essere troppo legati alla nostra famiglia di origine, ai nostri affetti, a noi stessi, ma prima di tutto a Lui.
Fecondità allargata, che si espande all’accoglienza di chi è piccolo e fragile, in situazioni di povertà concrete e spirituali.
Attraverso questa attenzione agli altri e al mondo facciamo “nascere” Gesù: il suo Amore è manifestato e gli altri possono intravedere il Regno dei Cieli.
Al Signore non manca certo il dono della chiarezza!
Dopo avere inviato i suoi si preoccupa di prepararli alle difficoltà e alle persecuzioni che inevitabilmente dovranno affrontare.
E ricorda di non essere venuto per dare carezze e per proporre una fede annacquata e fondata sul buon senso, ma di voler portare il fuoco sulla terra.
La Parola, allora, diventa davvero una spada che ci taglia a metà, che ci giudica, che ci porta a sviscerare le nostre tenebre.
Ma ne vale la pena, sostiene il Signore.
Più dei rapporti famigliari, più dell’appartenenza ad un clan, più di un’esperienza sentimentale, far parte del Regno, convertire il proprio cuore alla novità di Dio ci mette davanti ad un modo nuovo di vedere le cose.
È esigente il Signore, ed anche presuntuoso, all’apparenza.
Il Vangelo di Gesù non parla solo di uno stile di vita basato sull’amore e sulla carità, ma soprattutto sulla persona di Gesù.
Oggi afferma di avere un posto speciale nella nostra vita, molto più importante del nostro più caro.
Essere uno studente o lavoratore o genitore non è un aspetto marginale della mia vita, ma una parte centrale.
Pregherò per avere la grazia di essere un vero discepolo di Gesù capace di portare la sua croce e seguirlo.
Allo stesso tempo, Gesù ci assicura che anche il più piccolo atto di misericordia fatto ai bisognosi non passerà inosservato.
Penserò a così tante opere nella mia vita.
Gesù vuole spronare i suoi amici a trovare in Lui e nei suoi insegnamenti un punto di riferimento, una energia potente che li porta a vivere la vita e le relazioni in un modo nuovo.
Desidera che i suoi discepoli non corrano il rischio di rovinare la loro vita quando l’egoismo chiude e soffoca il respiro dell’amore.
Se al centro della mia vita pongo me stesso e quello che piace a me i rapporti con gli altri, anche in famiglia, si sfilacciano fino a non dar più felicità.
Amare più Gesù di tutto il resto mi porta ad amare veramente bene tutto quello che ho e le persone vicine.
«Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli…non perderà la sua ricompensa».
Così anche il più piccolo gesto, come quello di dare un bicchiere d’acqua, diventa occasione di amore e mi fa scoprire la bellezza della vita.
Alla fine, la nostra vita è ricca solo di ciò che abbiamo donato a qualcuno.
Dare la vita, dare un bicchiere d’acqua fresca, riassume la straordinaria pedagogia di Cristo.
Il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d’acqua fresca, con dentro il cuore.
Come il Signore può mantenere ciò che promette? Come può chiedere così tanto ai suoi discepoli?
Duemila anni di Chiesa e di discepolato sono qui a dirci che sì, ne vale proprio la pena.
Milioni di uomini e donne confermano quanto sostenuto dal Signore: giocare tutta la propria vita sul Vangelo è più di ogni altra gioia che possiamo sperimentare.
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