Ascoltare, dialogare e custodire: i verbi della comunicazione Nella Giornata mondiale i 25 anni di Radio Kalaritana

ascoltareIl 1 maggio papa Francesco ha dato udienza alla grande famiglia del quotidiano Avvenire per i 50 anni di fondazione della testata. Rivolgendosi ai presenti, espressione di «un laicato che opera in un ambito rilevante e impegnativo come quello della comunicazione», il Pontefice ha indicato tre stili utili alla comunicazione: ascoltare, dialogare, custodire.

L’ascolto è il frutto del silenzio. Giustamente Francesco ha sottolineato che il silenzio «a prima vista, potrebbe perfino sembrare l’antitesi del comunicatore». Ma ha aggiunto: «In realtà, solo spegnendo il rumore del mondo e le nostre stesse chiacchiere è possibile l’ascolto».

Solo l’ascolto genera un dialogo costruttivo. Il silenzio è la porta per l’accoglienza della voce dell’altro e dopo l’ascolto la comunicazione può diventare vero dialogo. «Il dialogo – ha detto il Papa – vince il sospetto e sconfigge la paura. Il dialogo mette in comune, stabilisce relazioni, sviluppa una cultura della reciprocità».

La comunicazione si realizza anche nel custodire, come vera e propria opera di cura dell’altro. Da qui l’invito di Bergoglio ai comunicatori «a custodire lo spessore del presente; a rifuggire l’informazione di facile consumo, che non impegna; a ricostruire i contesti e spiegare le cause; ad avvicinare sempre le persone con grande rispetto; a scommettere sui legami che costituiscono e rafforzano la comunità».

Ascoltare, dialogare e custodire sono tre dimensioni essenziali del servizio d’informazione che anche la struttura comunicativa della nostra diocesi si impegna a incarnare con determinazione e professionalità. Da sei anni a questa parte la Chiesa locale ha operato uno sforzo notevole per coordinare e potenziare i diversi media a sua disposizione.

È un impegno che si realizza attraverso l’opera di Roberto Comparetti, Maria Luisa Secchi, Andrea Pala, Fabio Figus, Davide Toro e Natalina Abis. Ognuno di loro, attraverso la professione giornalistica o tecnica, rende possibile il coinvolgimento di alcune decine di collaboratori che arricchiscono le pagine de Il Portico, diventano la voce di Radio Kalaritana, rilanciano i contenuti attraverso le piattaforme online, approfondiscono le notizie in una prospettiva più ampia nelle quattro pagine mensili su Avvenire, si pongono a servizio degli uffici diocesani per il lancio mediatico degli eventi e per il supporto grafico.

Un vero network che razionalizza la professionalità e il tempo di coloro a cui la diocesi ha dato fiducia per portare avanti il suo progetto comunicativo. Un inedito nella “storia mediale” della nostra Chiesa che, sino al 2012, aveva concepito e gestito i suoi media in compartimenti stagni, senza relazione tra loro e, talvolta, anche con forme di più o meno velata antitesi.

Nel periodo compreso tra l’attuale primavera e il prossimo autunno ricorre il 25° anniversario di nascita di Radio Kalaritana. Non ha una precisa data di fondazione, perché fu il frutto della ricomposizione di diverse radio comunitarie preesistenti, ad opera di don Antonio Serra e per la lungimirante disponibilità del vescovo Alberti.

Nel suo intenso ritmo quotidiano di informazione regionale, è sempre RK il primo «biglietto da visita» e la prima «porta d’ingresso» della diocesi per politici, docenti universitari, sindacalisti, artisti, responsabili di associazioni di rappresentanza e di volontariato, degli oratori, degli uffici pastorali, delle parrocchie e di tutti coloro che hanno bisogno di uno spazio comunicativo per il rilancio delle proprie iniziative. Proprio per la sua riconosciuta professionalità da quattro anni è annoverata tra le cinque principali radio della rete nazionale InBlu. Alla nostra radio un sincero grazie e l’augurio di in sereno proseguimento del proprio servizio.

Giulio Madeddu – Direttore Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico