Sabato 6 Gennaio, nel giorno dell’Epifania, il gruppo Black Soul Gospel Choir, sarà in concerto nell’aula Magna del Seminario arcivescovile di Cagliari in via Monsignor Cogoni alle 18.30. L’appuntamento è organizzato dai Rotary Club Cagliari Nord e Rotary Club Cagliari Sud. Nato quasi venti anni fa tra le mura dell’oratorio salesiano San Paolo di Cagliari, ha organizzato il Christmas tour, che si concluderà il 20 gennaio a Ussana. «La nostra – ha il direttore Francesco Mocci dei Black Soul ai microfoni di Radio Kalaritana – è ormai una grande famiglia. Si tratta di un genere musicale nato per raccontare la sofferenza dei deportati, che usavano accompagnare con il canto, il lavoro nei campi, affidando a Dio la loro fatica. Ed è questo il senso più profondo dello “Spiritual”, che, incontrandosi con altri generi musicali, ha dato vita a quella che conosciamo come “Contemporary gospel”».
Il ricavato dei concerti è devoluto in beneficenza. «Nessuno di noi – specifica – guadagna qualcosa dalle nostra attività. Tutti i proventi infatti vengono devoluti a fini caritatevoli. Proprio per questo, tra i nostri impegni, sono numerosi i progetti di solidarietà e le serate a tema in favore di associazioni per la raccolta di fondi».
Tra le tappe del tour anche una al Centro cure palliative e del dolore dell’ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari, come segno di riflessione su temi profondi e essenziali, quali quello della malattia e la sofferenza, e sul ruolo che la musica assume nei confronti di quanti vivono ai margini e talvolta in solitudine.
«Ormai – sottolinea Francesco – non abbiamo più bisogno di pianificare le date, in quanto sono le diverse comunità che ci invitano e desiderano ospitare i nostri concerti. Riscontriamo da più parti attestazioni d’affetto da parte delle persone. Oltre alle tappe sarde, come ormai tradizione, ci siamo spostati anche oltre mare. Quest’anno, in particolare, siamo stati a Trento, mentre sono state diverse le occasioni che ci hanno portato a Roma, Firenze, Macerata e Ascoli, tanto per citarne alcune».
Maria Luisa Secchi
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