Nella parrocchia di San Carlo l’incontro per la forania di San Lucifero
Catechisti chiamati a rendere visibile Gesù
Su proposta dell’Ufficio catechistico diocesano il 27 gennaio scorso, presso la parrocchia di San Carlo Borromeo, si è tenuto l’incontro dei catechisti e dei parroci della forania di San Lucifero con l’Arcivescovo Monsignor Giuseppe Baturi.
Un importante momento di ascolto delle difficoltà ma anche delle buone pratiche poste in opera dai catechisti delle tredici parrocchie, sulla formazione dei bambini e dei ragazzi dell’iniziazione cristiana e sulla figura del catechista, anche alla luce del ministero del catechista, istituito il 10 maggio 2021, da papa Francesco con la lettera apostolica «Antiquum Ministerium».
Ha aperto l’incontro don Emanuele Mameli, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, il quale ha sottolineato come l’incontro sia stato fortemente voluto per scoprire le realtà delle parrocchie nel campo della catechesi impartita ai ragazzi e ai bambini; una realtà da conoscere con tutte le difficoltà che i catechisti incontrano ma sempre tutti uniti nell’annuncio del Vangelo.
A seguire ha preso la parola don Massimo Noli, parroco della parrocchia di San Benedetto e Vicario foraneo, sottolineando l’importanza che l’incontro ha rappresentato; una novità per le comunità parrocchiali, molto utile per poter condividere difficoltà e punti di forza delle varie esperienze.
Ha messo in evidenza le parole che Papa Francesco ha rivolto ai catechisti che hanno partecipato al Congresso internazionale che si è svolto a Roma il 10 settembre 2022: «Dobbiamo trovare le modalità migliori perché la comunicazione della fede sia adeguata all’età e alla preparazione delle persone che ci ascoltano».
L’incontro foraniale è stato preceduto nelle varie parrocchie, da un momento di riflessione tra catechisti sulle domande suggerite dall’Ufficio Catechistico Diocesano in preparazione al sopracitato incontro.
Dai vari interventi sono emerse delle comuni criticità ma anche delle buone pratiche da condividere, in particolare sono state rappresentate le difficoltà riscontrate sulla ripresa degli incontri di catechismo dopo il Covid19 anche se la maggior parte dei catechisti ha mantenuto rapporti con le famiglie e i bambini grazie alle tecnologie informatiche.
Dai vari interventi, inoltre, sono scaturite alcune carenze in merito alla partecipazione alla vita comunitaria delle famiglie che andrebbero maggiormente coinvolte nella formazione e nella vita delle parrocchie.
È emersa altresì la necessità di una maggiore formazione dei catechisti a livello diocesano.
A tal proposito corre l’obbligo sottolineare l’impegno dell’Ufficio catechistico diocesano nell’organizzazione della scuola di formazione dei catechisti, giunta ormai al decimo anno e perfezionata, dall’anno del lockdown, anche con collegamenti on line per venire incontro alle esigenze personali dei catechisti.
Infine si è sottolineata l’esigenza di maggiori incontri tra catechisti anche a livello di forania per un cammino condiviso.
Al termine degli interventi, ha preso la parola l’Arcivescovo che ha ringraziato i catechisti per il loro servizio, in quanto, con vari richiami al Vangelo e agli scritti paolini, sono il mezzo con cui la Chiesa si è diffusa nel mondo.
I catechisti ha evidenziato che non sono insegnanti ma sono le braccia, le gambe e il cuore di Gesù, devono servire e comunicare come testimoni di una gioia per l’incontro fatto e, citando San Paolo, occorre perciò che i catechisti siano lieti nel Signore e grati, perché questa è la vera dimostrazione dell’essere cristiani.
I catechisti devono essere testimoni attenti e credibili e come sottolineato anche da papa Francesco nel già citato congresso internazionale dei catechisti «chiamati a rendere visibile e tangibile la persona di Gesù». Bisogna essere catechisti e non «fare» i catechisti, Gesù ascoltava, dava spazio all’altro e in modi diversi, secondo le persone che incontrava.
Infine L’Arcivescovo ha offerto ai catechisti tutto il supporto necessario alla loro missione, soprattutto con riguardo ai diversamente abili, tramite l’Ufficio Catechistico Diocesano sempre pronto ad offrire il proprio supporto e contributo
Rosalba Crobu
© Copyright Il Portico