Catechisti con una fede che accende il desiderio di Dio

L’incontro dell’Arcivescovo nella forania di Capoterra

Lo scorso 25 novembre si è svolto, nel salone della parrocchia della Beata Vergine Madre della Chiesa a Frutti d’Oro, l’incontro dell’arcivescovo, Giuseppe Baturi, con i catechisti della Forania di Capoterra.

Un appuntamento organizzato dall’Ufficio catechistico diocesano con i parroci della Forania, in linea con il cammino sinodale.

Attraverso la condivisione di esperienze, riflessioni, contributi e proposte espresse dalle singole parrocchie, i catechisti hanno potuto tracciare un profilo della catechesi dell’iniziazione cristiana dei ragazzi, evidenziandone criticità e possibilità, punti di forza come anche ataviche fragilità.

Erano presenti i catechisti di tutte le parrocchie della estesa e diversificata forania di Capoterra.

Dopo la preghiera iniziale, i referenti di ogni gruppo catechisti hanno illustrato l’analisi dettagliata dei loro contesti parrocchiali territoriali, auspicando una comune e concreta volontà di confrontarsi e di comunicare il proprio modo di «essere catechisti», «testimoni della fede» nelle realtà culturali, sociali, valoriali locali.

L’esperienza della catechesi dell’iniziazione cristiana si è esplicitata nell’aspirazione ad un crescente dialogo aperto e di confronto sulle linee di azioni comuni fra le parrocchie per provare a sperimentare pratiche innovative, per introdurre le nuove generazioni alla vita cristiana.

È emerso il comune sforzo di creare comunità parrocchiali accoglienti, attente ai bisogni con le loro differenziazioni, positività, criticità, sofferenze e gioie.

Per contro è stata riscontrata la crescente difficoltà ad affrontare le problematiche sociali e familiari di disincanto, superficialità, discontinuità e impoverimento dei legami con l’esperienza spirituale concreta di vita dei ragazzi e con le insufficienti risorse umane al servizio della catechesi.

L’emergenza sanitaria ha inoltre condizionato fortemente la catechesi, in quanto ha ostacolato i momenti di socializzazione in presenza che, per la crescita dei ragazzi, risultano essere di fondamentale importanza. In particolare, si è avvertito con maggiore intensità l’assenza dei genitori nel curare, sul piano familiare, la vita di fede dei ragazzi e la loro spinta alla collaborazione con i catechisti.

Anche se le parrocchie si sono adoperate con il supporto delle nuove tecnologie per affrontare la condizione di isolamento dei ragazzi durante la situazione pandemica, il cammino da attuare è ancora articolato e costellato di difficoltà e criticità.

Rispetto a tale problematica i catechisti si sono interrogati sulle modalità di rinnovare e migliorare l’esperienza della catechesi, tenendo conto dei cambiamenti di crescita evolutiva dei ragazzi e socio-culturali in atto nelle singole parrocchie. 

Prendendo la parola, l’Arcivescovo, nel ringraziare per il clima positivo di autentica comunicazione di esperienze, per la chiarezza nel confronto sincero delle idee e la condivisione di proposte, ha richiamato il tempo sinodale e «I cantieri di Betania».

Il popolo di Dio è il popolo che lavora per riparare le brecce, per sistemare i ruderi, per riparare le case e le strade. Perciò qualsiasi difetto noi notiamo, qualsiasi problematica riscontriamo nel cammino di fede e nella catechesi è «per lavorarci». 

La fede matura nell’incontro con il mistero della libertà della persona, con il mistero della grazia.

Il catechista deve rispettare tali misteri attraverso la testimonianza oculare della fede, capace di accendere un desiderio, suscitare curiosità, interesse verso l’amore più grande che è Dio, aiutando le nuove generazioni all’apertura e cura della realtà e inserendoli nel cammino della Chiesa.

Catechisti con una fede che accende il desiderio di Dio.

L’incontro è terminato con la preghiera dei Vespri e un momento conviviale offerto dalla parrocchia ospitante, a suggellare il desiderio di nuove occasioni per lavorare insieme nel «cantiere» della catechesi.

Lucina Tolu

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