Costruiamo una rete per l’integrazione

editorialeIl 21 febbraio 1915 si celebrava per la prima volta la Giornata mondiale del migrante e del Rifugiato: Giornata che si è ripetuta ogni anno con risonanza globale, puntualizzando ogni volta un tema specifico scelto dal Papa. Quest’anno il Santo Padre ha voluto focalizzare l’attenzione sui più piccoli tra i piccoli e ha dedicato la Giornata ai bambini, i più vulnerabili, fragili e invisibili tra i migranti, dando vita al tema «Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce».

Sono i minori i primi a pagare i costi dell’emigrazione, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria, dalle condizioni ambientali e dalla globalizzazione nei suoi aspetti negativi. Un’emigrazione che, dal 2001 a oggi, ha fatto transitare in Italia un milione e centomila minori e, oggi, il 21,7 per cento della popolazione straniera regolarmente residente è minorenne (fonte Migranti Press). Difficilissime sono le condizioni soprattutto di quei minori non accompagnati, gli arrivi dei quali, tra il 2013 e il 2015, sono aumentati del 100% (fonte Unmondopossibile), e solo nella prima parte del 2016 sono entrati in Italia 18.400 minori non accompagnati (fonte Famiglia Cristiana). Questi arrivi sono causati non solo dalla miseria dei loro paesi di origine ma anche da conflitti e persecuzioni. E un assurdo desiderio di guadagni rapidi, facili, ha comportato anche lo sviluppo di aberranti piaghe quali il traffico di bambini, lo sfruttamento e l’abuso di minori e, in generale, la privazione dei diritti inerenti alla fanciullezza sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.

L’ufficio Migrantes della diocesi di Cagliari ha compreso che la vera sfida è sostenere un diritto e farlo dando corpo a un servizio che sia impegno a fare rete, nell’applicazione personale e associativa tra le diverse realtà ecclesiali ed enti civili del territorio. Per costruire una relazione tra pari, basata su fiducia e cooperazione reciproca, e affinché questa sia protagonista, non la singola persona, gruppo, parrocchia, associazione o ente civile, è necessario fare rete ed esercitare la massima sollecitudine e creatività. A Quartu Sant’Elena sono ospitati e accolti più di 2.000 immigrati (fonte tuttaitalia.it), provenienti da molte nazionalità, e dove si è data vita a una rete che cerca di conoscere la problematica del territorio e sviluppare strumenti e soluzioni per l’integrazione, l’accoglienza e la cultura dell’incontro e della crescita interpersonale, sempre conservando e custodendo le radici culturali e spirituali di ogni persona e di ogni popolo. L’ufficio Migrantes della diocesi di Cagliari è la testa della rete di Quartu Sant’Elena e coordina, alla pari con tutte le comunità parrocchiali di Quartu, la Comunità missionaria di Villaregia, la Società san Vincenzo de’ Paoli, il movimento dei Focolari, la Consulta dei giovani della forania di Quartu, l’assessorato alle politiche sociali del comune, l’associazioni Arcoiris Onlus, lo Sprar san Fulgenzio del Comune di Quartu con il Cas Caritas (il Centro 4 Mori) e i preziosissimi mezzi di comunicazione (Radio Kalaritana, Il Portico, Radio Sant’Elena, e televisioni locali). Quartu si è distinta, nel 2012, per una generosa accoglienza di Rom e ora alloggia 12 nuclei familiari. La parrocchia di santa Maria degli Angeli assiste alcune famiglie Rom e offre un doposcuola ai circa 20 bambini, con la collaborazione del suo oratorio, con ottimi risultati: soprattutto tramite un contatto continuo con il Comune di Cagliari e la cooperativa sociale C.O.S.I. , sta cercando di inserirli nella comunità. Questo è un fulgido esempio di rete tra il comune di Cagliari, la parrocchia di santa Maria degli Angeli e la Conferenza vincenziana Flumini di Quartu Sant’Elena. L’assessorato alla Salute, ai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali del comune di Quartu Sant’Elena si è fatto esso stesso tutore di alcuni minori, prendendo a cuore la causa dei minori migranti non accompagnati.

Il Centro di accoglienza straordinaria (Cas) i 4 Mori, della Caritas, segue 82 minori non accompagnati, accolti e seguiti nella loro integrazione e nella loro crescita culturale e professionale.

Diventa sempre più facile ma anche capitale vedere e considerare le migrazioni come la punta avanzata dei popoli in cammino verso la fraternità, vie di incontro vero e duraturo, aventi i minori al centro, perché essi sono il futuro della nuova umanità. Un futuro che è indispensabile nutrire, accogliere e integrare nel nostro presente, prescindendo dalle loro modalità d’ingresso nel territorio italiano e dalle loro provenienze, ma valorizzando quanto esiste di edificante nella loro tradizione e sottolineando i punti di contatto effettivo e proficuo con altre culture.

Una buona accoglienza diffusa sul territorio è non solo auspicabile ma essenziale per dare autonomia e integrazione. E la rete Migrantes di Quartu vuole accompagnare la costruzione duratura di quel prioritario cambiamento culturale che oggi più che mai necessita l’Italia.

Fabio Martinez – Ufficio diocesano Migrantes

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