Dopo fiamme e terrore è l’ora della solidarietà

Passata la paura si fa la conta dei danni, in moto la macchina degli aiuti

La copia che avete tra le mani è l’ultima prima della consueta pausa di agosto.

Avremmo voluto, come sempre, offrire una riflessione sul tempo del riposo del corpo ma soprattutto dell’anima. 

Quello che però è accaduto negli ultimi giorni ci ha spinto a dover ritornare su un tema che non sembra abbandonare la vita della nostra Isola, soprattutto quando tocca una parte della storia dei tanti che hanno avuto a che fare con la zona del Montiferru: «Funtana e s’Ozzu», la casa dei padri Concezionisti per il campo scuola estivo.

Quanti cresimati e animatori delle nostre comunità sono stati ospiti di quella struttura, nei pressi di Cuglieri, miracolosamente salva dalle fiamme.

Gli incendi estivi, questo il tema, fino a qualche tempo fa erano legati quasi esclusivamente a vicende interne al mondo agro-pastorale.

Oggi, molto spesso, sono di competenza della magistratura, in alcuni casi anche di quella che si occupa dei reati legati alle organizzazioni criminali.

A sentire chi vive nelle campagne e ci campa, il problema potrebbe risolversi presidiando il territorio: campi e pascoli sono sempre meno frequentati, in tanti si trasferiscono in città.

I sempre più numerosi terreni incolti, ad esempio, sono preda delle cavallette, che da alcuni anni, nelle zone centrali dell’Isola, non danno tregua agli agricoltori.

I campi abbandonati sono poi facile esca dei folli armati di accendino e micce incendiarie, pronti a colpire se il cantiere comunale non viene aperto o non si viene assunti.

C’è poi una scelta che, mai come in occasione del rogo nel Montiferru, si è rivelata deleteria: lo smantellamento del sistema di avvistamento degli incendi.

Creato nel 1992, in assoluto l’estate peggiore sul fronte roghi, il sistema di telerilevamento e di avvistamento è stato pian piano ridotto, fino a renderlo in sostanza insufficiente. 

Insieme a tutto questo c’è poi l’imperizia di molti: dal mozzicone di sigaretta gettato dall’auto, alle fiamme del barbecue sfuggite al controllo, all’auto che, incendiatasi sulle strade di campagna, genera il rogo.

Al contrasto degli incendi va anche affiancata la prevenzione: fasce frangi-fuoco, pulizia del sottobosco e della macchia e come detto il presidio delle campagne. Tre ambiti sui quali gli interventi sono scarsi se non insufficienti. 

Il Presidente della Regione, Christian Solinas, ha chiesto che risorse del PNRR possano essere destinate alla riduzione del rischio incendi, ma soprattutto al sostegno di chi nelle ore di fuoco ha perso tutto: casa, azienda, animali.

La Regione ha proclamato lo stato di emergenza: il Governo ha rassicurato che verrà fatto tutto ciò che è necessario. 

Sullo sfondo restano però le immagini di disperazione della gente e di desolazione, dopo il passaggio delle fiamme: uno spettacolo triste.

Come sempre però nelle avversità i sardi sanno rispondere con la solidarietà.

Sono decine le iniziative di raccolte fondi attivate, come quelle delle Caritas diocesane o delle parrocchie.

Il sostegno di pastori e allevatori ai colleghi colpiti dagli incendi, anche con «sa paradura», per ricostituire le greggi uccise dalle fiamme, fieno e mangime per gli animali sopravvissuti ai roghi e senza più pascoli.

La disponibilità di mezzi di trasporto per le necessità più immediate di residenti e soccorritori, impegnati nelle opere di bonifica.

A questi ultimi dovrebbe andare il riconoscimento  di tutti, per l’imponente spirito di sacrificio testimoniato anche in questa occasione.

Roberto Comparetti

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