Dietro i fatti di Mandas c’è una comunità ferita e desiderosa di continuare a stare vicina ad una famiglia fortemente provata.
Per questo la richiesta fatta, sia dai familiari sia dai mandaresi, è quella di mettere da parte tutte le congetture e le eventuali considerazioni di parte, per rispettare il grande dolore di una comunità e di una famiglia segnate, come si è visto oggi, giorno del lutto cittadino, in occasione dei funerali, celebrati dal Vescovo, Arrigo Miglio, che invitato tutti i presenti alla preghiera e alla vicinanza per coloro che sono stati colpiti dalla tragedia.
I fatti sono noti. Giovedì scorso una mamma, Angela Manca, 64 anni, forse stanca e disperata ha ucciso i due figli gemelli di 42 anni, Paolo e Claudio Calledda, disabili e costretti a letto. E poi si è tolta la vita. Della famiglia resta solo Monica Calledda, l’altra figlia, medico: il papà era scomparso una decina di anni fa.
Oggi a Mandas bandiere esposte a mezz’asta, con i cittadini che hanno manifestato il proprio cordoglio – come indicato dal sindaco, Marco Pisano – in segno di raccoglimento e rispetto nel corso della cerimonia funebre: sospensione delle attività, serrande abbassate e negozi chiusi, eccezion fatta per i servizi indispensabili ed obbligatori.
C’è chi ha scritto, detto e commentato, con la solita prassi da leone da tastiera, mostrando una totale mancanza di rispetto per chi vive sulla propria pelle questa immane tragedia.
I fatti di Mandas inducono a rafforzare sempre più il sostegno a favore di chi vive situazioni di difficoltà.
La nostra regione ha diversi strumenti che permettono e hanno permesso anche in questa vicenda, di sostenere le famiglie che vivono queste problematiche. In Sardegna ci sono delle vere e propri eccellenze nel campo dell’assistenza sociale. Occorre quindi vigilare e farsi prossimi.
Per chi non è direttamente interessato alla vicenda facciamo un invito: rispetto, silenzio e, se credente, preghi. Il resto non serve.
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