Malinconia per le vacanze che finiscono. Ansia per la sveglia da mettere al cellulare che potrebbe coincidere con l’ora in cui d’estate si andava a dormire. Desiderio di provare a dare il meglio di sé.
Per te studente che stai per tornare tra i banchi, dopo i mesi immersi «nell’aria che sa di mare», sono giorni pieni di sentimenti contrastanti.
Questa estate per tantissimi ragazzi come te ha avuto una grazia speciale: l’incontro con papa Francesco a Roma. In quell’occasione il Santo Padre ha messo l’accento su tre verbi chiave: sognare, rischiare e testimoniare.
Le parole del Papa al Circo Massimo possono indicarti una strada per il nuovo anno scolastico.
«Voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro!» (papa Francesco).
In questi giorni si apre anche per te una pagina nuova. C’è un particolare che non ti deve sfuggire: tutto a scuola inizia con l’appello. Un semplicissimo «rito» che fa riferimento al tuo nome, alla tua storia, al tuo «sogno».
In mezzo alle aule e ai corridoi, ai libri e agli appunti, alle giornate fatte solo apparentemente dal «compito che speriamo vada bene» o dall’interrogazione «salvavita», risuona un nome: il tuo. In quel nome c’è proprio un appello per la tua vita: non perdere di vista la bellezza, la verità, il bene, che sono presenti nella tua storia.
Ma come si fa a sognare proprio a scuola? Coltiva sempre il tuo «sguardo interiore» per scoprire il «tesoro» che attraversa la vita quotidiana. In quelle ore tra i banchi può nascere qualche sprazzo di luce vera: una lettura, un nuovo argomento, un’attività, un incontro. Non sprecare nessuna occasione.
«Ragazzi e ragazze, siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni. Rischiate su quella strada: non abbiate paura. Rischiate perché sarete voi a realizzare i vostri sogni, perché la vita non è una lotteria: la vita si realizza. E tutti noi abbiamo la capacità di farlo» (papa Francesco).
Non farti vincere dalla noia, lasciando affogare i giorni nella routine. Cerca quel qualcosa capace di muovere il cuore e dare il senso, il «ne vale la pena», alle tue giornate.
Chi rischia incontra anche qualche delusione, magari un brutto voto, un «non era quanto mi aspettavo», o qualcos’altro che nulla c’entra con il greco o la matematica. Ricorda che l’ultima parola non è mai quella della sconfitta. Tu puoi trovare forza e occasioni per recuperare dopo un insuccesso e rialzarti da una delusione.
«Se noi cristiani non impariamo ad ascoltare le sofferenze, ad ascoltare i problemi, non saremo mai capaci di dare una risposta positiva. E tante volte le risposte positive non si possono dare con le parole: si devono dare rischiando sé stessi nella testimonianza. Dove non c’è testimonianza non c’è lo Spirito Santo» (papa Francesco).
In questo nuovo anno scolastico cerca di scoprire qual è il tuo «dono», unico e originale, da tirare fuori e far brillare.
Con umiltà e fiducia devi convincerti di non essere fatto per il «divano», ma per metterti in cammino e realizzare quella storia originale e preziosa che è la tua vita.
Un grande autore francese, Paul Claudel, nella sua opera «L’Annuncio a Maria» scrive così: «Che vale la vita se non per essere data?». Anche tu puoi e devi essere un dono per gli altri. L’esperienza della scuola può aiutarti a scoprirlo sempre meglio.
Buon anno scolastico!
Roberto Piredda – Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica
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