Edificato dalla vita dei vostri sacerdoti

Monsignor Mario Meini, vescovo emerito di Fiesole, ha guidato gli Esercizi spirituali

Edificato dalla vita dei vostri sacerdoti.

«Ho trovato un clero unito, disponibile all’ascolto e al dialogo».

Così monsignor Mario Meini, vescovo emerito di Fiesole, parla dei sacerdoti incontrati durante gli Esercizi spirituali che ha guidato nella casa delle Ancelle della Sacra Famiglia a Vallermosa. 

«È bello – racconta – vedere sacerdoti di età ed estrazione diversa vivere con uno spirito di comunione come quello vissuto in questi giorni.

Certo chi viene agli esercizi spirituali ha una certa predisposizione ma ho avuto una bella testimonianza da parte del clero della diocesi di Cagliari. La particolarità è vedere sacerdoti diocesani e religiosi, con storie diverse, compresi alcuni non italiani, che vivono “affiatati”».

Un elemento di grazia per la Diocesi?

Assolutamente. Sotto l’attenta guida del Vicario generale, i sacerdoti e i religiosi hanno mostrato una vocazione sacerdotale limpida, bella e chiara. Certo era una piccola porzione rispetto alla Diocesi ma sono rimasto edificato da chi è stato presente.

Gli Esercizi spirituali rappresentano un momento di stacco rispetto alla frenesia del quotidiano. Quanto è importante ricavare del tempo per una sosta?

Rappresentano un elemento fondamentale per la crescita nella vita spirituale di sacerdoti, ma anche di laici. Ho cercato di mettere a fuoco il capitolo 12 della Lettera ai Romani, quando l’Apostolo invita ad offrire “i nostri corpi”, quindi la nostra vita concreta al Signore, come “liturgia”, “culto intelligente spirituale”. La nostra vita, nella necessità di lasciarci rinnovare dallo Spirito Santo è la prima offerta quella che mettiamo sull’altare “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”.

Ho insistito su questo punto, cercando di declinarlo sulla vita del prete: l’ascolto del Signore, quello tra confratelli e l’ascolto degli altri, l’amore alla propria coscienza. Dobbiamo poi avere uno sguardo come quello degli occhi del Signore, così come la bocca deve essere come la Sua. Insomma la vita concreta va offerta al Signore sull’altare ma è chiamata ad essere a vantaggio di tutti.

Il Vangelo di domenica scorsa aveva al centro l’episodio della Trasfigurazione del Signore. Poi però Gesù e gli Apostoli sono scesi dal Monte?

Credo sia importante saper tenere alcuni momenti di ritiro durante l’anno, ma anche di silenzio, anche tutti i mesi. Ogni settimana però è bene ricavarsi degli spazi per tirare il fiato e fermarsi. Magari non sempre si riesce ma occorre ritrovarsi per stare in silenzio e lontano dalle cose da fare. Aggiungo anche che nella giornata sarebbe importante fermarsi dalla corsa, per dedicare del tempo al silenzio e alla preghiera, con grande duttilità, con libertà e senza essere troppo fiscali o addirittura avere sensi di colpa.

Un’indicazione valida anche per i laici?

Certamente, per tutti. Non dico il sabato, come lo intendono gli ebrei, ma comunque è necessario ricavare del tempo per una sosta rinfrancante.

Un po’ come fare rifornimento all’auto, senza carburante non cammina.

Senza enfatizzare troppo questi momenti, occorre ricordare che le esperienze come queste sono “carburante” utile nella nostra quotidianità. Senza il rifornimento spirituale quotidiano rischiamo che l’auto si fermi. Non è possibile fare rifornimento una volta ogni tanto, ma occorre un continuo alimentarsi alla vita spirituale, senza la quale diventa difficile quella autentica testimonianza alla quale siamo tutti chiamati a vivere giorno per giorno. Per questo è necessario calcolare i tempi giusti del rifornimento»: il rischio è di rimanere completamente a “secco”.

Roberto Comparetti

Edificato dalla vita dei vostri sacerdoti.

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