Essere responsabili di fronte alla Terra

Riflessioni sulla Esortazione Apostolica «Laudate Deum»

Essere responsabili di fronte alla Terra.

L’Esortazione Apostolica «Laudate Deum» di papa Francesco, pubblicata lo scorso 4 ottobre, inizia con l’invito di San Francesco d’Assisi: «Lodate Dio per tutte le sue creature».

Il testo costituisce un appello rivolto a tutte le persone di buona volontà a porre attenzione al nostro pianeta sofferente e a riflettere sul tipo di relazione che ognuno deve stabilire con il creato.

Il Papa esorta ad essere sensibili verso le creature, ad avere cura della casa comune, a sentire una certa responsabilità per l’eredità che si lascerà alle future generazioni, ad avere un rapporto sano e armonioso con l’ambiente, ad avere di esso un rispetto sacro, amorevole e umile, riconoscendo che la vita umana non può essere compresa senza le altre creature.

Il motivo è che gli esseri dell’universo fanno parte di una sorta di famiglia universale.

Per stabilire e crescere nel suo rapporto con il creato l’uomo trova il modello più alto da seguire nella vita stessa del Messia. Gesù era in contatto continuo con la natura, contemplava la bellezza del creato e invitava i discepoli a vedere nelle cose un messaggio divino. 

La parte centrale dell’Esortazione tratta dello squilibrio globale causato dal cambiamento climatico.

La gravità della situazione attuale del pianeta è definita con varie espressioni: come un problema sociale e un peccato strutturale, come una delle principali sfide da affrontare nella società e nel mondo, come un dramma che danneggia tutti e come una malattia silenziosa che colpisce l’umanità intera.

Anche se non tutte le catastrofi possono essere attribuite al cambiamento climatico generale, sono però evidenti i segni di questo mutamento, soprattutto nel verificarsi di fenomeni estremi, quali i frequenti periodi di caldo anomalo e la siccità. 

Tra le cause umane del cambiamento climatico è indicata la concentrazione dei gas serra nell’atmosfera.

A metà del XIX secolo, connesse allo sviluppo industriale, hanno iniziato ad aumentare le emissioni, che causano il riscaldamento globale.

Dice il Papa che «quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene».

Oltre il 42% delle emissioni nette totali dal 1850 è avvenuto dopo il 1990, per cui negli ultimi cinquant’anni la temperatura è aumentata in un modo tale che non ha precedenti nel passato. 

Occorre essere consapevoli che la questione non è solo di tipo ambientale o ecologico, o che si possa risolvere con interventi puramente tecnici, ma che si tratta di un problema umano e sociale, ampiamente inteso e secondo vari livelli.

Riprendendo un passo della «Laudato sì» papa Francesco afferma che «l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza».

Tenuto conto della debolezza della politica internazionale e dei progressi e fallimenti delle Conferenze sul clima, i fedeli cattolici sono esortati a impreziosire il mondo con il proprio contributo, partendo dalle motivazioni spirituali che scaturiscono dalla fede.

La fede autentica trasmette luce nel rapporto con il prossimo e nei legami con il creato.

La terra è di Dio, si legge nel libro del Levitico.

Perciò essere responsabili di fronte alla terra, che è di Dio, significa per l’uomo rispettare le leggi della natura e i delicati equilibri tra gli esseri di questo mondo. 

Monsignor Giovanni Ligas – Docente di Teologia Dogmatica Facoltà Teologica della Sardegna

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico