Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
(Lc 19, 1-10)
Commento a cura di Andrea Busia
Come domenica scorsa ci viene presentata la figura di un pubblicano e, sebbene stavolta non si tratti di una parabola, viene confermata l’identificazione, comune al tempo, tra pubblicano e peccatore: termini che al tempo dovevano suonare quasi come sinonimi. Zaccheo non è un semplice pubblicano, è il loro capo ed è pure ricco, ma, pur con tutto il suo potere e i suoi averi, era comunque limitato fisicamente e desideroso di avere qualcosa che non poteva comprare od ottenere d’autorità: vedere Gesù.
Nonostante i suoi limiti Zaccheo si impegna a trovare il modo di vedere Gesù. Il vangelo non specifica quale fosse il suo obiettivo, magari la sua era solo curiosità o forse sperava di poterci parlare. Non lo sappiamo anche perché a prendere l’iniziativa dopo è Gesù.
Lui parte dal desiderio di Zaccheo per entrare in dialogo con lui, e questo è importante perché, come nel caso della parabola del padre misericordioso, a Dio non interessa la motivazione che ci spinge a cercarlo, gli interessa solo che noi ci dimostriamo disponibili a instaurare un dialogo con lui; tema che ritornerà anche nell’Apocalisse: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).
Ciò che Gesù dice a Zaccheo («Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua») lascia intendere che lo scopo della visita a Gerico fosse, almeno parzialmente, proprio quello di incontrare Zaccheo: Gesù va a cercare la pecora smarrita là dove si trova. E, dopo averla trovata, si ferma ed entra in dialogo con lei. Gesù è andato incontro a Zaccheo e questi, che stupido non era, ne approfitta subito per ottenerne il massimo beneficio. L’impegno di Zaccheo di dare ai poveri la metà dei suoi beni e di restituire il maltolto quattro volte tanto non è il motivo della sua salvezza, bensì ne è la conseguenza: ad aver salvato Zaccheo non è stato il suo gesto ma l’aver accolto Gesù nella sua vita (non solo in casa sua), da quell’accoglienza è scaturita la gioia per essersi visto amato da Gesù: anziché venire escluso e additato come peccatore, ladro e truffatore come probabilmente gli capitava molto spesso (si può rileggere ad esempio il vangelo di domenica scorsa del fariseo e del pubblicano). L’essersi visto amato come uomo, e neppure per i suoi beni, lo ha messo in grado di guardare con verità alla sua vita, vederne i pregi e i difetti, e quindi agire di conseguenza e cercare di ristabilire la giustizia. Il gesto di Zaccheo è segno del perdono ricevuto. Zaccheo si sentiva perdonato da Gesù nel momento stesso in cui egli è entrato a casa sua, il suo impegno di ristabilire la giustizia non è per il Signore, ma perché tutti lo ascoltino e Gesù conferma le parole di Zaccheo, con l’incontro di Gesù. Nel momento stesso in cui si è “lasciato trovare» da Gesù, Zaccheo ha trovato la salvezza, una salvezza che non è frutto delle sue azioni ma che è portata, donata da Gesù stesso. La riparazione del peccato con il ristabilimento della giustizia è stato, anch’esso, importantissimo ma come manifestazione visibile del perdono ricevuto e del reinserimento di Zaccheo tra i «non-peccatori», è il primo atto da «uomo nuovo» di Zaccheo.
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