A quasi un anno dalla 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, celebrata a Cagliari dal 26 al 29 ottobre scorso, la diocesi di Cagliari, tramite l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, si interroga sul cammino compiuto, ma in particolare sugli elementi caratterizzanti l’itinerario programmatico dei prossimi anni.
«Per la nostra diocesi – afferma l’arcivescovo, Arrigo Miglio – l’evento ha assunto una connotazione di rilievo. Puntualmente, nella prospettiva della formulazione di proposte armoniche e tangibili, l’iniziativa non ha acceso discussioni su numeri, ma ha mirato a focalizzare la massima attenzione sulle persone, sulle loro speranze e delusioni, sul loro senso di dignità e sulla solidarietà».
Sulla stessa linea don Ignazio Boi, direttore dell’Ufficio: «Fin dal momento in cui l’Arcivescovo ha inteso affidarmi questa importante e pesante responsabilità – ha detto il diacono – è stato mio intendimento caratterizzare le iniziative proposte con il chiaro obiettivo di aiutare a scorgere i segnali, pur flebili, di una speranza ancora possibile, piuttosto che continuare a discutere su dati, percentuali e numeri che alimentano scoraggiamento e rassegnazione e distolgono dall’attenzione fondamentale: quella sulla persona». In effetti i dati e le statistiche, oltre i quotidiani incontri e le storie personali ben note alle nostre realtà ecclesiali, parrocchiali e associative, motivano a rivolgere l’attenzione e orientare l’azione pastorale nella direzione delle «periferie», ambientali ed esistenziali, e a ragionare sui processi di promozione e riqualificazione dei territori, mettendo al centro le comunità locali, i processi di formazione, le micro-esperienze in atto e le iniziative imprenditoriali.
È nata così l’idea di un incontro-confronto sul tema «Animare i territori, alimentare la speranza», in programma sabato 20 alle 9.15 nell’Aula Magna del Seminario, come occasione di riflessione sulle esperienze significative e le opportunità concrete, le buone prassi, i germogli di futuro presenti nei territori, magari sommersi, a partire da un’attenzione nuova e ribadendo l’urgenza di una «pastorale itinerante e di prossimità».
Sergio Gatti, vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, dopo una panoramica a livello nazionale, coordinerà gli interventi di tre esperti su altrettanti «focus»: istituzionale con Cristiano Erriu, assessore regionale degli enti locali, sociale con Marta Chessa, counsellor e direttrice di «Panta Rei Sardegna» e ecclesiale con Franco Manca, direttore centro studi Caritas.
Dopo il dibattito, le conclusioni dell’arcivescovo.
L’incontro del 20 ottobre segna di fatto l’avvio di una nuova fase della pastorale sociale e del lavoro in diocesi.
Dal 22 giugno, data della nomina del nuovo direttore a oggi, numerosi sono stati gli incontri con esponenti della politica, del sindacato, del lavoro e dell’economia, senza trascurare il mondo dell’associazionismo e del volontariato.
«Non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti». Risuona ancora il monito pronunciato da papa Francesco in occasione della sua visita pastorale a Cagliari, cinque anni fa. Esso diventa un imperativo per tutti i cristiani «chiamati, ad immagine di Gesù Cristo – scrivono nella lettera-invito monsignor Miglio e don Ignazio – a non spezzare la canna incrinata e non spegnere il lucignolo fumigante, bensì ad essere autentici animatori di speranza».
L’auspicio è che si possa procedere in un cammino partecipato e condiviso, aperto al dialogo e al confronto, caratterizzato da sinergie scevre da barriere e condizionamenti, per un impegno serio al servizio della nostra terra e della nostra gente.
Emanuele Boi
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