«Le mutate condizioni meteo ci impongono di ripensare al modello agricolo che finora abbiamo perseguito».
Così Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti, parla del perdurare delle condizioni di maltempo che nelle ultime settimane ha colpito anche la Sardegna.
«Siamo passati – dice – dalla richiesta di sostegno per la siccità, meno di dieci mesi fa, ad una domanda di ristoro per eccessiva pioggia. Il clima che sta sempre più assumendo connotati tropicali ci impone la necessità di dar vita ad un tavolo con la Regione, affinché ci si orienti verso un nuovo modello di agricoltura, capace di tenere conto delle mutate condizioni meteo e, attraverso gli studi delle nostre università, ci vengano forniti strumenti con i quali poter portare avanti la nostra attività, se pur con modalità e azioni differenti, rispetto al passato.
Al momento quale è la situazione nel comparto agricolo regionale?
Di totale disastro. Non abbiamo la possibilità di seminare, e quindi di poter programmare i raccolti della prossima primavera. Acqua, grandine e vento hanno distrutto i campi e le serre: carciofeti e tutte le colture tipiche della stagione sono irrimediabilmente compromesse. Abbiamo chiesto alla Regione di dichiarare lo stato di calamità naturale, permettendo così, a chi ha perso tutto, di poter, quanto prima, veder rifondati i danni di una situazione che credo nessuno potesse prevedere. Si fa anche fatica a descrivere ciò che stiamo vivendo.
Per agricoltori e allevatori non c’è davvero pace?
Ad essere danneggiati sono tutti i settori. Di solito la siccità colpisce tutti in maniera indistinta: dall’allevatore al contadino. L’acqua colpiva in maniera non uniforme. Oggi invece gli eccessi di acqua e di vento stanno colpendo tutte le zone senza distinzione, con una frequenza mai vista, e con una forza che probabilmente non ricordo sia mai stata registrata.
Questo è il presente ma anche il futuro. Come programmare il settore per i prossimi anni?
Noi abbiamo chiesto già nella passata tornata elettorale la realizzazione di un forum permanente sui cambiamenti climatici e sugli adattamenti dell’agricoltura ad un nuovo mondo che si sta delineando. Credo sia nel sentire comune che oggi viviamo un tempo nel quale le cose non sono più come una volta: lo scandire delle stagioni è bene diverso rispetto a qualche decennio fa. Dobbiamo prenderne atto e fare in modo che si passi da un continuo ristoro dei danni ad una programmazione seria. Occorre perciò che si dia vita ad una regia politica capace di intervenire a livello globale sui cambiamenti, oramai sotto gli occhi di tutti.
Roberto Comparetti
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