La Chiesa accoglie chi ha perso la speranza

EditorialeLa Caritas porta avanti un impegno a 360 gradi verso i giovani, in linea con l’attenzione che la diocesi ha deciso di porre alla realtà giovanile, a cominciare dagli aspetti educativi e pedagogici con le attività promosse nelle scuole superiori. Nel corso dell’anno scolastico 2016/2017  sono stati infatti coinvolti oltre 1500 giovani, tra formazione, volontariato e alternanza scuola-lavoro, tirocini universitari e servizio civile. C’è  poi l’impegno nel settore lavoro, con il progetto Policoro, il micro-credito d’impresa come misura di sostegno alle imprese in difficoltà e di accompagnamento alle nuove imprese, le iniziative con cui incoraggiamo la creazione di nuove opportunità: per esempio, il ritorno alla terra attraverso il protocollo d’intesa con l’agenzia regionale Agris (che vede risorse stanziate dalla Fondazione di Sardegna), in cui Caritas si è impegnata nella ricerca di terreni per la produzione di grano, nel mettere a disposizione volontari per l’accompagnamento delle persone individuate dai centri d’ascolto e dalla Coldiretti (con cui è stato firmato un altro Protocollo d’intesa), e nella ricerca di risorse per la formazione. Protocollo, quello con Agris, che ha trovato nella finanziaria regionale 2017 i fondi necessari per promuovere la sperimentazione del percorso intrapreso con il progetto Cereal 14/20, sull’imprenditoria agro-alimentare e la ricerca, con il ritorno a un pane tipico capace di proteggere la salute, attraverso l’utilizzo di un grano duro migliore e più sano di quello importato a basso prezzo.

Attraverso la Fondazione anti-usura sant’Ignazio da Laconi siamo anche impegnati nella promozione della finanza etica, nella lotta all’usura e al sovra-indebitamento. Nel nostro sportello arrivano persone indebitate perché attratte dal gioco d’azzardo: le segnaliamo a organizzazioni e strutture pubbliche che le prendono in carico e le aiutano a ritornare a una condizione di normalità. Promuoviamo inoltre un’azione preventiva di tipo pedagogico, con momenti formativi nelle scuole superiori per far conoscere la gravità del fenomeno del gioco d’azzardo (che in Sardegna vede una spesa annuale di un miliardo e 650mila euro, cioè più di mille euro annuali a persona). Cerchiamo di restituire dignità e speranza a persone che, a causa del loro comportamento, perdono le relazioni, gli affetti e si ritrovano a vivere una condizione di emarginazione che, in alcuni casi, può portare anche a gesti estremi.

Non manca l’impegno a favore delle accoglienze a misura d’uomo, attraverso i Centri di accoglienza straordinaria e il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati «san Fulgenzio», in cui vengono garantiti percorsi di inclusione sociale e gli ospiti vengono considerati persone e non numeri. Si aggiungono poi i migranti, accolti gratuitamente con il progetto «Rifugiato a casa mia», da religiose, suore, preti, cittadini e famiglie delle parrocchie della diocesi, quelli accolti a Villa Asquer e i minori stranieri non accompagnati. Va ricordato anche il Centro d’ascolto per stranieri Kepos, a cui si rivolgono gli immigrati presenti nel territorio diocesano per chiedere orientamento e sostegno. Molteplici sono inoltre le iniziative d’integrazione: «È Natale, il Vescovo incontra gli immigrati», occasione di confronto e dialogo per quaranta nazionalità e rappresentanti le diverse confessioni religiose, il campus estivo internazionale di volontariato, le attività nelle scuole per formare i giovani alla mondialità e alla solidarietà, l’incontro con le comunità parrocchiali che praticano l’accoglienza,  la collaborazione con la moschea di Cagliari, con le altre Chiese cristiane, e con l’associazione Cosas per i corsi di italiano.

Marco Lai – Direttore Caritas diocesana

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