La Chiesa italiana vicina al popolo siriano

La visita dell’Arcivescovo Baturi a Damasco e Aleppo

Foto UCS – CEI

«Testimoniare a quella popolazione, martoriata da anni di guerra e dal recente terremoto, la piena vicinanza fraterna della Chiesa italiana».

Con questa motivazione l’Arcivescovo, Giuseppe Baturi, in qualità di Segretario generale della Conferenza Episcopale italiana, si trova in Siria, insieme a don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, con due tappe: Damasco ed Aleppo, dove porterà la solidarietà concreta della Chiesa che è in Italia.

Quello del Segretario della Cei è un segno di vicinanza soprattutto alle comunità cristiane, che da oltre un decennio vivono in uno stato di forte precarietà, perché, come è noto, la guerra interna alla Siria ha messo a dura prova la tenuta delle comunità ecclesiali, con le stesse strutture ecclesiastiche che in parte si sono disgregate.

«Per questo – ha detto ancora Baturi – occorre ribadire che siamo interessati a esprimere nella preghiera, ma anche nell’operosità della carità, il nostro sostegno. Sarà l’occasione infine per conoscere e monitorare concretamente l’esito del nostro aiuto».

L’occasione del viaggio in Siria offre l’opportunità di raccontare come la Chiesa che è in Italia cerca di venire incontro alle esigenze del martoriato popolo siriano, alla prese prima con la guerra interna ed ora con le conseguenze del devastante sisma dello scorso 6 febbraio.

Dal 2013 ad oggi la CEI ha destinato 12.124.711 euro per realizzare 17 interventi. 

Tra questi ha una particolare rilevanza il progetto «Ospedali aperti», gestito dalla Fondazione Avsi, che dal 2017 rappresenta una risposta significativa alla crisi umanitaria, e oggi anche alle conseguenze del sisma. 

Di forte impatto sul territorio inoltre il progetto per il sostegno, la formazione e l’inserimento lavorativo della comunità cristiana di Aleppo promosso dal 2017 dall’Associazione «Pro Terra Sancta», che in seguito al sisma sta provvedendo anche alla distribuzione di pasti caldi nei centri di accoglienza e nei conventi.

L’articolo completo sul numero in distribuzione da mercoledì 1 marzo.

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