Le diocesi della Sardegna hanno dato inizio a un cammino condiviso verso la 48ma Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre del prossimo anno. Il primo appuntamento di questo itinerario in sei tappe, che si concluderà nel prossimo mese di maggio, si è tenuto a Cagliari il 10 dicembre. Un incontro per «addetti ai lavori» nel corso del quale ciascuno dei presenti, a partire dalla specificità del proprio ruolo, ha espresso un contributo prezioso e costruttivo. Un tavolo composito per competenze, orientamento ideologico, sensibilità sociale e impegno professionale. Probabilmente un’esperienza inedita – perlomeno nella nostra realtà locale – di cui, all’interno di questo giornale, è possibile conoscere la sintesi attraverso gli articoli di Girau e Aresu.
Si è trattato di un «laboratorio» orientato – al di là della specificità del tema trattato (Giovani, lavoro, formazione e nuove tecnologie) – a individuare «strade praticabili» per la costruzione del bene comune e della pace sociale. Nelle ore trascorse nell’aula Benedetto XVI della curia diocesana è stato frequente il riferimento a papa Francesco e al suo magistero sociale. Proprio il Pontefice, al n. 211 della «Evangelii Gaudium», ha indicato «quattro principi che orientano specificamente lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune»: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte.
La Chiesa sarda, quindi, si sta ponendo a servizio di una pluriforme unità affinché l’invito di Francesco si espliciti a partire da prassi concrete ed efficaci. E questi due termini, «unità» e «concretezza», sono la sintesi del lavoro condiviso. L’unità è stata espressa con grande chiarezza dal tavolo che ha visto raccolti e impegnati i partecipanti al seminario. La concretezza, invece, è stata chiesta, con motivate e pressanti sottolineature, dai giovani presenti al laboratorio e, in particolare, dal Progetto Policoro, dall’Azione cattolica, dal movimento di Comunione e liberazione, da Acli giovani e dal coordinatore dei giovani Anci.
Questo approccio realistico e pragmatico risponde al metodo indicato nella lettera-invito, a firma del presidente del comitato scientifico della prossima Settimana sociale, che invita tutti a prendere sul serio le problematiche del lavoro «denunciando» le situazioni più gravi e inaccettabili, «raccontando» il lavoro nel contesto attuale, «raccogliendo e diffondendo le buone pratiche», «costruendo proposte» che, sul piano istituzionale, aiutino a sciogliere le principali difficoltà.
Ecco, dunque, la prospettiva, il metodo e gli obiettivi che continueranno a caratterizzare gli «incontri-laboratorio» previsti nel territorio regionale. Il prossimo appuntamento sarà nel mese di gennaio a Oristano, dove la diocesi arborense e quella di Ales-Terralba, proporranno un seminario su «Giovani, lavoro, agricoltura». A febbraio si andrà a Iglesias per discutere su «riconversione industriale e compatibilità ambientale». Le diocesi di Nuoro e Lanusei, nel mese di marzo, porranno a tema le «nuove politiche forestali e ambientali per far fronte allo spopolamento e alla disoccupazione». Nel territorio di Sassari e Alghero-Bosa, ad aprile, si discuterà delle possibilità di lavoro nell’ambito della ricerca scientifica e sanitaria. A maggio saranno le diocesi di Tempio-Ampurias e Ozieri a concludere il cammino approfondendo il tema «Turismo e beni culturali. Quali opportunità lavorative?».
Giulio Madeddu
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