Insieme per generare uno sguardo positivo Le voci di alcuni dei protagonisti del primo incontro svoltosi nei locali del Seminario diocesano

Francesca Cabiddu e Vittorio Pelligra

Tante voci qualificate, sedute allo stesso tavolo per tentare di avere una visione d’insieme sulla Sardegna e le sue problematiche. «L’occasione di sabato ─ ha commentato Vittorio Pelligra, docente di Economia civile ─ è stata particolarmente importante, sotto diversi punti di vista. Il primo perché c’è stata la possibilità di mettere insieme voci plurali, di creare quindi uno sguardo collettivo preciso, informato sulla situazione della Sardegna dal punto di vista economico ma non solo, anche sociale più in generale». Relatore al seminario «Giovani, lavoro, formazione, nuove tecnologie», primo di sei appuntamenti in avvicinamento alla 48^ Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Cagliari nell’ottobre 2017, Pelligra parla di «un’occasione ottima,  un primo inizio per poter assemblare quello che potrebbe essere, auspicabilmente, il contributo attivo che le diocesi della Sardegna daranno alla Settimana sociale che ospiteremo tra qualche mese. È l’avvio di un percorso che andrà avanti, con molti altri appuntamenti che speriamo e, anzi, siamo sicuri saranno altrettanto proficui e interessanti».

Molto positivo anche il parere di Francesca Cabiddu, docente di Economia e gestione delle imprese presso la facoltà cagliaritana di Economia. «La giornata è stata molto positiva ─ commenta la direttrice della rassegna “Contamination Lab” ─ con interventi interessanti sul tema generale dell’incontro, ovvero giovani, formazione e tecnologia. Per quanto riguarda il primo aspetto si è sottolineata la preoccupazione e la necessità di intervenire per migliorare lo status quo, a partire dalla costruzione di reti che aiutino questi ragazzi ad affrontare il futuro, insieme al bisogno di farli crescere nella convinzione di essere effettivamente adeguati ad affrontare il mondo del lavoro, alla luce della carenza di una formazione che punti sul giovane come persona. È stato interessante ascoltare i diversi contributi, provenienti da realtà differenti: c’è chi ha puntato sul ruolo dell’agricoltura, chi sulla necessità di aiutare le famiglie, oppure la proposta del progetto Policoro che aiuta i giovani a inserirsi nella realtà imprenditoriale, quindi a costruirsi una propria attività».

Inevitabile il focus sul ruolo dell’università in questo cammino: «L’Università ─ spiega ancora l’economista ─ ha il compito, forse più di tutti gli altri attori, di aiutare l’educazione dei giovani. Il che non significa semplicemente insegnare loro la materia o la disciplina, nel mio caso l’economia e la gestione dell’impresa, ma educarli a confrontarsi con il mondo del lavoro.

Francesco Aresu

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico